Così i caporali umiliavano le vittime. Domani pubblica gli audio agli atti dell’inchiesta della guardia di Finanza di La Spezia che raccontano lo schiavismo moderno
- «Prima scopo te e poi la tua famiglia intera .....figlio di puttana», dice intercettato un membro del gruppo criminale ad un altro operaio. «Sei malato? Vieni a lavoro», dice un altro degli arrestati ad un dipendente, costretto a subire pur di rimediare una paga da fame. «Sono arrivato stamattina alle 6:00....ieri sera era alle 24:00», dice implorando un operaio.
- Le buste paga truccate, i lavoratori sottopagati e umiliati, costretti a tornare in cantiere anche se malati, obbligati a lavorare anche 14 ore al giorno.
- Bin Rauf Mahmud è considerato il promotore dell’organizzazione, in grado di sottoporre a «condizioni subumane» le maestranze.
Le buste paga truccate, i lavoratori sottopagati e umiliati, costretti a tornare in cantiere anche se malati, obbligati a lavorare anche 14 ore al giorno. Il quadro che emerge dalle intercettazioni, agli atti dell'inchiesta della magistratura di La Spezia, è devastante, un modello di schiavismo moderno messo in piedi da un gruppo di caporali grazie al contributo di un commercialista italiano, finito ai domiciliari.
In otto sono finiti in una inchiesta della procura di La Spezia, guidata da Antonio Patrono e condotta dalla Guardia di finanza, agli ordini del maggiore Luigi Mennella. I turni di lavoro duravano anche 14 ore, chi non rispettava gli ordini veniva offeso, minacciato e percosso.
Domani pubblica le intercettazioni inedite che raccontano di lavoratori ricattati nei cantieri dove si realizzano gli yacht destinati a clienti miliardari e che subivano per ottenere un permesso di soggiorno e aiutare le famiglie.
Nella prima telefonata, Bin Rauf Mamhud, promotore dell'associazione a delinquere e Pasca Diego, consulente del lavoro e connivente, discutono di come 'aggiustare' le buste paga dei lavoratori. Le carte erano in ordine, poi i lavoratori erano costretti a restituire una parte del compenso, alla fine venivano pagati appena 5 euro per ogni ora lavorata.
Nella seconda conversazione Bin Rauf Mamhud parla con Raqi, un dipendente, e chiarisce chi comanda, una telefonata che conferma il maltrattamento e la violenza psichica messe in atto nei confronti degli operai
Nella terza telefonata intercettata a parlare è Boktier Ibne, capocantiere e fratello di Bin Rauf Mamhud, violento e spregiudicato che vessa un dipendente
In questa conversazione Rahaman Atiqur, sodale del gruppo e capocantiere, apostrofa in ogni modo un dipendente della ditta Gs Painting Srl.
In questa intercettazione ancora Rahaman Atiqur spiega che la pausa non esiste e umilia il dipendente
In questa conversazione Animur Rahman, uno dei membri dell'organizzazione, minaccia un dipendente perché si era permesso il lusso di restare a casa perché malato
In questa telefonata Rahaman Atiqur minaccia un lavoratore che vuole tornare a casa, finito il turno, e gli dice che potrebbe interessare nella vicenda Sojib (BIN RAUF Mamhud), dissuadendo il lavoratore dall’andarsene
Nell'ultima telefonata ancora Rhaman Atiqur umilia e minaccia un lavoratore chiarendogli chi comanda e chi decide la fine dell'orario di lavoro.
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