Il tribunale di Biella ha condannato Emanuele Pozzolo, deputato eletto con Fratelli d’Italia e ora al gruppo misto, a un anno e tre mesi per porto abusivo di arma da collezione, assolto per l’uso di proiettili espansivi. Quella pistola non poteva andare in giro, doveva restare a casa. Il deputato pistolero, invece, pensò bene di portala al veglione organizzato dal suo amico Andrea Delmastro Delle Vedove, il sottosegretario alla Giustizia, fedelissimo della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. 

Era il 31 dicembre 2023 quando la festa di capodanno organizzata a Rosazza, feudo dei Delmastro, la sorella del sottosegretario è sindaca del paese, si stava trasformando in tragedia. Dalla pistola che Pozzolo armeggiava con disinvoltura partì un colpo che ferì Luca Campana, genero di Pablo Morello, caposcorta proprio di Delmastro Delle Vedove. Una ferita lieve, ma il racconto dell’uso disinvolto e grave delle armi da fuoco.

Una serata di festa che divenne amara per la vittima travolgendo politicamente Fratelli d’Italia, in uno dei suoi esponenti di punta, quel Delmastro Delle Vedove, padrone delle carceri italiane. Quella sera c’era mezzo partito locale a festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Una festa che diventò presto caso politico nazionale. 

L’amico deputato in giro con un’arma che doveva restare a casa, poi il ferimento di un malcapitato alla presenza di assessori, consiglieri e del sottosegretario, fuori al momento dello sparo, a fumare, a posare cose in auto, insomma lontano dal botto. Una notte nella quale Pozzolo si mostrò «indisponente e scontroso nei confronti dei militari operanti». I carabinieri vanno difesi e rispettati solo quando non si occupano di loro, dei Fratelli d’Italia in giro armati. All’ombra di quel botto è emerso il rapporto personale, da polizia privata, degli agenti penitenziari al seguito di Delmastro. Ma alla fine tutto è tornato in ordine senza conseguenze.

Tutti felici

Delmastro è uscito indenne anche da questo disastro politico, era stato proprio lui a portare nel partito Pozzolo e a candidarlo. Pozzolo, dal canto suo, ha risarcito la vittima con seguito di ritira della querela per lesioni e oggi incassa una condanna a un anno e tre mesi, con la sospensione condizionale della pena. In fondo lui si è sempre dichiarato innocente, mischiando silenzi a frasi sibilline provando a scaricare su terzi la responsabilità.

Ha commentato attaccando i mezzi d’informazione: «Si è sgretolata un'altra parte delle accuse montate anche dai media». Ora sogna la riconciliazione con l’amico sottosegretario anche lui condannato in un’altra storia, quella per le rivelazioni di informazioni riservate sul caso dell’anarchico Alfredo Cospito. Anche lì sentenza di primo grado. Saranno entrambe appellate. In attesa del secondo grado il tempo potrebbe riportare il sereno nella coppia protagonista del capodanno più rumoroso della politica italiana. 

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