Equalize, Ferraro sulla fuga di notizie: «A Fontana ho solo detto che Pazzali era chiacchierato». I pm: «Inverosimile»

«Guarda che Carmelo Ferraro m’ha detto che sei indagato». Enrico Pazzali, indagato eccellente dell’inchiesta Equalize sui presunti dossieraggi, parla della fuga di notizie su un procedimento a suo carico ai pm che a luglio scorso hanno chiuso le indagini sulla società di via Pattari numero 6 a Milano. In base alle parole dell’ex presidente di Fondazione Fiera, i passaggi sarebbero stati due: Ferraro, direttore generale dell’Ordine degli Avvocati di Milano ed ex consigliere regionale nel 2023 nella Giunta Fontana, avrebbe fatto la rivelazione al governatore leghista della Lombardia e quest’ultimo a sua volta gliel’avrebbe trasferita. Un fatto già riportato da Domani. «Fontana l’ha saputo da un avvocato»: Equalize, Pazzali “inguaia” il governatore Adesso questo giornale ha scoperto che il 6 novembre scorso lo stesso Ferraro è stato sentito dai pubblici ministeri come persona informata sui fatti. «Con Fontana - ha detto Ferraro agli inquirenti - da diversi anni abbiamo un buonissimo rapporto di amicizia e stima reciprocа. Siamo entrati in confidenza dalla sua prima elezione in Regione Lombardia, ci frequentiamo assiduamente per tre ragioni, la prima è per motivi professionali legati al mio incarico di direttore dell'Ordine degli avvocati di Milano, poi per motivi di carattere sociale perché sono presidente del comitato civico "mi impegno" e Attilio Fontana ha partecipato ad alcune iniziative, il terzo motivo è di natura politica, in quanto nel corso dell'ultima elezione del marzo 2023 lui mi chiese di entrare nella sua lista civica, richiesta alla quale dissi di sì, fui eletto come primo della lista con più di mille preferenze». «Successivamente - ha continuato Ferraro - diedi le dimissioni perché gli uffici della Regione mi contestavano una ineleggibilità, nello specifico una incompatibilità in quanto parte del Cda del Policlinico, situazione che andava sanata prima della sottoscrizione della firma, della candidatura alle elezioni, mentre invece lasciai l'incarico presso il Policlinico appena eletto». Il mercato degli 007 dopo Equalize, ecco la srl con il grillino e Paradiso Se Ferrara ammette l’amicizia col presidente di regione dice anche di non «aver mai visto Pazzali» quando si trovava con Fontana. Una circostanza che sembra essere messa in discussione da una telefonata tra l’ex manager legato alla destra lombarda al superpoliziotto, morto lo scorso 9 marzo, Carmine Gallo. Una telefonata, più in particolare, del 14 marzo 2023 in cui Pazzali chiede al socio se conosce Ferraro e racconta di averlo visto nell’ufficio di Fontana. Ma, superato quest’argomento, la domanda dei pm è solo una: «Lei ha mai parlato con Attilio Fontana di qualche vicenda relativa ad Enrico Pazzali?». La risposta di Ferraro è positiva, tuttavia ricondotta a una situazione di chiacchiericcio. «Gli ho detto qualcosa del tipo: "Attilio guarda che Pazzali non è messo bene, è un po' chiacchierato, potrebbe finire male" (...) Ricordo che nel 2023, in una delle manifestazioni organizzate presso il Palazzo di Giustizia, qualcuno dietro di me nel commentare, aveva esclamato che Enrico Pazzali era chiacchierato e che prima o poi sarebbe finita male per lui. Potevano essere colleghi avvocati come un magistrato, non saprei essere più preciso». È a questo punto che i pm evidenziano che «appare poco verosimile che Ferraro abbia riferito ad Attilio Fontana qualcosa di così vago, basato solo su pettegolezzi, considerato il rapporto stretto tra Ferraro e Fontana e anche del rapporto stretto tra questi ed Enrico Pazzali». Per i pm è anche «inverosimile che Fontana non abbia chiesto la fonte dell'informazione». Ferraro ribadisce: «Non ho contezza di aver detto ad Attilio Fontana che vi era una indagine su Enrico Pazzali, perché non ho mai avuto questo tipo di informazioni. Non gli ho mai detto questa cosa. Io ho sentito questa chiacchiera, non ho riconosciuto i soggetti che I'hanno proferita in quanto persone da me in quel momento non riconosciute, e poi mi sono sentito in dovere di riportare l'informazione ad Attilio Fontana, considerato il nostro rapporto di amicizia». Versione a cui i pm, si legge nel verbale, paiono non credere. Del resto, dicono che la vicenda sulla fuga di notizie non emerge solo dal confronto tra Pazzali e l’ex hacker Samuele Nunzio Calamucci dello scorso ottobre, ma anche «nel verbale di interrogatorio reso da Carmine Gallo dell’11 dicembre 2024, che afferma che Enrico Pazzali gli avrebbe riferito di essere venuto a conoscenza di una indagine di criminalità organizzata a suo carico. Tale informazione gliel'avrebbe fornita Attilio Fontana il quale l'avrebbe appresa direttamente da lei. Anche Calamucci, nel corso dell'interrogatorio dell’11 settembre 2025, afferma che lei avrebbe riferito ad Attilio Fontana che vi era una indagine su Pazzali». Ferraro, dunque, come avrebbe appreso del procedimento a carico dell’ex presidente di Fondazione Fiera Milano? Al momento non è dato sapere. «Nella trascrizione di una telefonata intercorsa tra Pazzali e Gallo, quest’ultimo per individuare il soggetto di cui gli ha parlato Pazzali, ossia "questo signor Ferraro", sembra fare riferimento al fatto che detto soggetto era legato alla dottoressa Pomodoro. La conosce?», chiedono i magistrati meneghini. «Sì – risponde Ferraro – era presidente del Tribunale quando io ero dirigente dell'ordine degli avvocati». L’interrogatorio è chiuso. Equalize, i pm di Milano chiudono l’inchiesta: «Pazzali pienamente consapevole delle attività della centrale»