Il parere favorevole dei pm a seguito del versamento di circa 183 milioni di euro all’Erario. La replica di Margherita Agnelli: «John Elkann consapevole di non poter ottenere una sentenza assolutoria». Tra le contestazioni i reati di fraudolenta evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato. Chiesta l’archiviazione per Lapo e Ginevra
John Elkann, dopo aver versato all’Agenzia delle Entrate 183 milioni di euro, ha chiesto la messa alla prova nell'ambito delle indagini relative all'eredità della nonna, Marella Agnelli, vedova di Gianni Agnelli, morta nel 2019.
La procura di Torino ha detto sì, disponendo anche la richiesta di archiviazione nei confronti dei fratelli di John Elkann, Lapo e Ginevra, per i reati di dichiarazione infedele e truffa in danno dello Stato. I pm, contestualmente, hanno anche avanzato una richiesta di archiviazione parziale per dichiarazione infedele, limitatamente a due annualità, per John Elkann e il commercialista nonché presidente della Juventus Gianluca Ferrero.
Il procedimento coinvolge pure il notaio svizzero Robert Urs Von Gruningen (anche per lui la procura ha chiesto l’archiviazione integrale) e il notaio Remo Morone, a cui è stato notificato l’avviso di conclusione indagine.
Sarà il gip di Torino, ora, a dover decidere. Sia sulla “messa alla prova” di John Elkann sia sulle altre richieste.
L’inchiesta
Tutto è nato da un esposto del 2023 di Margherita Agnelli, la madre dei tre fratelli Elkann, che in un processo civile aveva chiesto di dichiarare la nullità della residenza svizzera di sua madre Marella. Indicando quella residenza, le leggi avrebbero consentito a Marella di nominare nel suo testamento come soli eredi legittimi i tre nipoti Elkann, escludendo la figlia e anche gli altri cinque nipoti nati dal matrimonio di Margherita con Serge de Pahlen.
Poi le indagini della procura torinese guidata da Giovanni Bombardieri avevano portato alla contestazione di “artifizi e raggiri”, gli stessi che sarebbero stati messi in atto per costituire la falsa residenza svizzera di Marella ed escludere, di conseguenza, Margherita dall’asse ereditario.
Le repliche
«I legali di Margherita Agnelli – si legge in una nota – prendono atto del comunicato diffuso dalla procura della Repubblica di Torino in relazione alla conclusione delle indagini preliminari riguardanti il procedimento penale originato dall’esposto presentato dalla stessa Margherita Agnelli contro ignoti, nell’ambito del quale sono stati contestati i reati di fraudolenta evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato nei confronti di John, Lapo e Ginevra Elkann, unitamente al commercialista Gianluca Ferrero e al notaio Urs von Grunigen.
Tali iniziative comportano, nella sostanza, una inequivocabile ammissione di responsabilità e acquiescenza rispetto ai fatti contestati, evidentemente nella consapevolezza di John Elkann e di Gianluca Ferrero dell’insussistenza dei presupposti per ottenere una sentenza assolutoria.
Ne risulta confermata, tanto in sede tributaria – continua la nota – quanto in quella penale, la gravità delle condotte illecite poste in essere anche a danno di Margherita Agnelli, con rilevanti ripercussioni sui procedimenti civili pendenti in Italia e in Svizzera.
I giudici del procedimento civile di Torino, in particolare, acquisiscono oggi un’ulteriore e inequivoca conferma non solo dell’esistenza del piano fraudolento ideato ed attuato ai danni di Margherita Agnelli sin da dopo la morte del padre, ma anche del fatto che Marella Caracciolo avesse la propria residenza effettiva in Italia e che la sua eredità debba essere regolata dalle leggi successorie, oltreché fiscali, italiane».
Tuttavia anche Paolo Siniscalchi, il legale di John Elkann, dice la sua: «La richiesta di messa alla prova non comporta alcuna ammissione di responsabilità. Se tale proposta sarà accolta il procedimento a suo carico sarà sospeso e all’esito positivo della prova si concluderà con una sentenza di estinzione di tutti i reati. Sul tema della residenza di Marella Agnelli va sottolineato che donna Marella era residente all’estero sin dagli anni Settanta e tale scelta non è mutata negli ultimi anni di vita».
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