Amministratori della spa perquisiti e indagati. Si contesta anche il reato di bancarotta. Le accuse: «Dissipate risorse ai danni dei creditori». I clienti lamentano ritardi continui
«Un servizio trasparente, nato dalla necessità di ridurre le potenziali criticità» riscontrate dai clienti. Sul web si vende così Facile Ristrutturare, l’azienda «leader» nel settore delle consulenze per la progettazione di case e altri immobili. La descrizione però sembra non rispecchiare la realtà.
Ieri mattina, giovedì 8 maggio, gli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Roma hanno infatti perquisito le abitazioni e gli uffici di Loris Cherubini e Giovanni Amato, amministratori di fatto di Facile Ristrutturare spa, ammessa al concordato preventivo nel 2015. Ai due manager, oggi indagati, la procura di Roma (pm Lorenzo Del Giudice) contesta la bancarotta fraudolenta e una serie di violazioni del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza.
«Emerge senza dubbio che Amato e Cherubini, amministratori di fatto e soci della Facile Ristrutturare spa hanno distratto e dissipato i beni della società al fine di procurarsi un ingiusto profitto o comunque di arrecare pregiudizio ai creditori della società – scrive nel decreto di perquisizione e sequestro il magistrato capitolino –. Sono emersi, in particolare, indizi in merito ad una serie di condotte, accertate o in corso di accertamento, integranti ipotesi di bancarotta per distrazione o per dissipazione nonché in relazione all'indicazione di crediti inesistenti allo scopo di accedere alla procedura di concordato preventivo».
Ville e motori
Nella specie i due amministratori «trasferivano ingenti somme di denaro almeno pari, nel corso del 2022, a circa € 10.000.000,00 dalla Facile Ristrutturare spa in favore della controllante Renovars spa» e, tra le altre cose, «indicavano nei bilancio d'esercizio rapporti contrattuali inesistenti in modo concretamente idoneo ad indurre in errore».
Porche Cayenne, Porche Panamera e immobili di pregio in zone esclusive della Capitale: secondo gli inquirenti, dunque, molte delle risorse della spa venivano dissipate per il «pagamento di canoni di locazione finanziaria di autovetture di lusso destinate a scopi estranei all'esercizio dell'impresa e all’acquisto di materiali per la ristrutturazione dell’immobile acquistato da Cherubini per l'importo complessivo di € 1.887.298,17».
Ma non è la prima volta che Facile Ristrutturare finisce nei “guai”: nel 2023 la società insieme a Renovars è stata colpita da una sanzione antitrust di 4,5 milioni per pratiche commerciali scorrette e ingannevoli nell’attività di ristrutturazione edilizia di immobili residenziali.
Cosa si contestava? False recensioni online, ma anche pagamenti mai arrivati per progetti e sopralluoghi a tecnici e architetti: condotte, insomma, che spinsero molti dei testimonial d’eccellenza della spa – basti pensare all’architetta Paola Marella, scomparsa a settembre 2024 – a lasciare l’azienda, dissociandosi dalle sue attività.
I clienti danneggiati
Sempre del 2023 è la pagina social “Non ristrutturare con Facile Ristrutturare”. Quasi un monito rivolto ai futuri clienti della società: numerosissime le lamentele di chi si era affidato ai due manager. «Vi racconterò la mia storia affinché voi possiate non cadere nel tranello di una società che lavora male e che non ha nessun rispetto per il cliente», scrive un utente.
Un altro aggiunge: «Salve, noi siamo in balia degli eventi. Lavori iniziati tardi e poi non si è visto più nessuno. Non sappiamo come fare. Tra mutuo e affitto e casa sventrata». Poi: «Ho provato a far loro modificare almeno un paio di clausole prima di firmare, palesemente sbilanciate ma non ci sono riuscita. Mi hanno detto che sono contratti standard immodificabili ma sarei dovuta stare tranquilla perché sarebbe andato tutto liscio. Ovviamente non è stato così. Errori su errori, ditte che scappavano abbandonando i cantieri». E infine: «Non c’è un’autorità di garanzia per censurare e verificare cosa sta accadendo con questa impresa pirata?».
Alla domanda rispondono gli investigatori con il loro provvedimento. Adesso i manager dovranno spiegare le loro condotte: i trasferimenti “sospetti” di ingenti somme di denaro, i «molteplici bonifici bancari a pagamento in acconto e saldo di fatture per un importo complessivo elevato giustificati formalmente con non meglio precisate “restituzioni di finanziamenti soci e trasferimenti/girofondi”». O il pagamento di «fatture emesse dal 2023 al 31 maggio 2024 dalle proprie ditte individuali, giustificate formalmente con non meglio specificate attività di consulenza».
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