La Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro preventivo per equivalente di 34 milioni di euro a carico di 8 aziende ospedaliere del gruppo San Donato, tutte indagate, per una presunta truffa sull'acquisto di protesi ai danni della Regione Lombardia che sarebbe durato fino al 2018.

Il sistema, stando alle indagini, ricalca quello dell’altra presunta truffa sui farmaci emerso in una precedente inchiesta che vede coinvolto sempre il San Donato: le case farmaceutiche avrebbero venduto agli ospedali del gruppo farmaci a prezzo risultato dalle indagini scontato a, che lo stesso gruppo si sarebbe fatto rimborsare dalla Regione invece a prezzo pieno.

Gli sconti al gruppo San Donato arrivavano «a seguito del raggiungimento di alcuni obiettivi di acquisto» si legge nel decreto di sequestro d'urgenza firmato dal pm Paolo Storari. In alcune mail allegate e in alcune conversazioni si fa cenno chiaramente all'utilizzo tattico di endoprotesi di alcune marche a svantaggio di altre col fine di raggiungere per ogni fornitore gli obiettivi di acquisto e incassare gli sconti che poi gli istituti trattenevano.

Le intercettazioni

In una conversazione intercettata dagli inquirenti, Mario Giacomo Cavallazzi - indagato nella inchiesta farmaci ma non in questa – così diceva a Massimo Stefanato, ex rappresentante dell'ufficio acquisti del San Raffaele indagato in questa inchiesta e nella precedente sui farmaci: «Allora, ti leggo il messaggio che mi ha mandato la Monica... il nostro Professor Colombo (al tempo primario di cardiologia interventistica ed emodinamica dell’ospedale San Raffaele, non indagato, ndr)... " ha detto che l'Ospedale San Raffaele fa la cresta sulle valvole aortiche per via delle note di credito. Non si spiega perché tale importo non venga girato alla Regione. "... Bisognerebbe dire al Professor Colombo che queste cose qua che deve andare in giro a dire , soprattutto in un Comitato Etico, dove ci sono anche degli esterni... sei d'accordo?».

Le somme quelle sequestrate quest'oggi sono ulteriori rispetto ai 10 milioni di euro che il gruppo San Donato aveva restituito alla regione, in relazione all'inchiesta farmaci, «anche per ricostruire un rapporto di correttezza con l'istituzione» aveva detto l'avvocato del gruppo ospedaliero Marco De Luca.

Nell'indagine sui farmaci, chiusa a fine novembre scorso, la procura aveva chiesto il processo per Massimo Stefanato, ai tempi rappresentante dell'ufficio acquisti del San Raffaele, e Mario Giacomo Cavallazzi, allora responsabile dei servizi di farmacia di diversi ospedali del gruppo San Donato oltre a cinque società che fanno parte del gruppo della famiglia Rotelli, ai sensi della responsabilità amministrativa degli enti.

Era stato chiesto anche il rinvio a giudizio per tre ex manager dell'azienda farmaceutica Mylan, per uno della Bayer e per la stessa casa farmaceutica, oltre che per Novartis Farma, sempre per la legge sulla responsabilità amministrativa.

Il San Donato è recentemente emerso nell’inchiesta della Dda di Milano per esercizio abusivo della professione medica ed epidemia colposa a carico del medico Cristiano Fusi, primario di fisiologia alla clinica Zucchi di Monza (di proprietà del gruppo) che è stato iscritto nel registro degli indagati. L’inchiesta ha lambito anche la squadra del Monza calcio di Silvio Berlusconi che si è vista sequestrare un migliaio di tamponi Covid ora al vaglio dei magistrati per capire se sono stati processati secondo le regole. Il gruppo ospedaliero non è indagato.

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