Femminicidi tra i giovanissimi

Ragazzi assassini, identità fragili e desiderio di ordine

La sequenza di femminicidi che coinvolgono uomini e donne giovanissime costringe a sporgersi su un vuoto di senso. Cos’è che fa della violenza estrema un “rimedio” all’insostenibilità di un conflitto, di una delusione, di un rifiuto? E cosa si cela dietro quell’insostenibilità?

Sono ragazzi all’apparenza fragili, fragilissimi, incapaci di sostenere il rifiuto di una coetanea o un abbandono sentimentale; eppure, si rivelano capaci di commettere crimini di violenza inaudita. Sono maschi in età adolescenziale, o poco più, la cui vita dovrebbe essere aperta al futuro; e che vivono invece la frustrazione per la fine di una relazione come la perdita di ogni orizzonte, intravedendo una via d’uscita solo nell’uccisione di quella donna da cui sembra dipendere la sopravvivenza s

Per continuare a leggere questo articolo

VAI ALLA PAGINA DELL’AUTORE