Massimo Bianco, guardia giurata di 50 anni, ha ucciso la moglie, Angela Dargenio, di 48, sparandole alcuni colpi di pistola, a Torino.

Il femminicidio è avvenuto nell'appartamento della coppia, in corso Novara 87, nel quartiere Barriera di Milano, periferia nord del capoluogo piemontese. L'uomo, che avrebbe esploso cinque colpi contro la moglie, è già stato fermato dalla polizia sul luogo del delitto.

La vittima si era separata dal marito da alcuni mesi, secondo quanto appreso sul posto dagli inquirenti. Nonostante ciò, Bianco era rimasto a vivere nello stesso condominio per restare vicino ai figli, di 26 e 16 anni.

A dare l'allarme sarebbero stati alcuni vicini, dopo aver sentito gli spari. Secondo una prima ricostruzione, l'omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite: l'uomo ha impugnato l'arma, probabilmente quella di ordinanza, aprendo il fuoco a distanza ravvicinata, senza lasciarle speranza di salvezza. La pistola è ora sotto sequestro. 

La figlia condanna il padre

Nella serata di venerdì, in questura, gli inquirenti hanno sentito anche la figlia 26enne della coppia, Eleonora Bianco, che abita col compagno e un figlio piccolo di fronte all'appartamento della madre.
«Marcisca in prigione per il male che ha fatto, che muoia da solo», ha detto la giovane ai cronisti che l'aspettavano fuori dagli uffici di corso Vinzaglio. «Se me lo avessero detto che sarebbe finita così non ci avrei mai creduto. Mi sembra di vivere un'altra vita», ha aggiunto dopo essere stata soccorsa da una ambulanza per un malore.
L'interrogatorio di Massimo Bianco è stato invece interrotto su richiesta - accolta - del suo avvocato: l'uomo ha fatto accenno a un altro uomo nella vita della donna e avrebbe parlato anche di discussioni avute con l'ex moglie relative ai soldi per i figli. Tutto in maniera confusa. Così la richiesta dell'avvocato di interrompere l'interrogatorio.

Il cordoglio degli amici della vittima

«Ciao Angela, mi chiamavi fratellone, avevi un'energia pazzesca, sempre in giro a lavorare per i tuoi figli e il tuo nipotino che amavi. Quasi ogni giorno ci vedevamo sotto casa a ridere e scherzare così da tirarci su a vicenda. Ti voglio bene». È uno dei numerosi messaggi comparsi sulla bacheca Facebook di Angela Dargenio, per ricordarla dopo la sua morte.

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