Un tatuaggio a forma di ancora su un avambraccio, con il nome di una città albanese, potrebbe essere la chiave di volta per risolvere il giallo dei due corpi fatti a pezzi, un uomo e una donna di età matura, ritrovati in tre valigie in un campo a ridosso della recinzione perimetrale posteriore del carcere fiorentino di Sollicciano. Su uno dei due corpi è stato infatti rinvenuto il segno caratteristico che condurrebbe a una coppia albanese giunta in Italia a ottobre 2015 e scomparsa un mese dopo.

Gli gli investigatori hanno incrociato le informazioni del ritrovamento con quelle contenute nei fascicoli delle persone scomparse. All'inizio del novembre del 2015, da Scandicci, sono spariti nel nulla Shpetim e Teuta Pasho, 54 e 52 anni, giunti in Italia un mese prima. Il 2 novembre 2015 la figlia ricevette una telefonata da un numero anonimo in cui la madre le diceva di non voler rispondere a nessuno. Da allora, nessuna notizia.

La figlia Dorina aveva dato l'allarme sulla loro scomparsa, chiamando la trasmissione Chi l'ha visto? di Rai 3 e pubblicando la foto della madre e del padre per cercare aiuto e ritrovarli. La donna avrebbe confermato che il padre aveva sull'avambraccio un tatuaggio che riportava l'anno in cui aveva svolto il servizio militare.

Shpetim e Teuta Pasho vivevano in Albania e venivano periodicamente in Toscana, dove vivevano i loro figli. Il 4 ottobre 2015 arrivarono in Italia dove trascorsero un mese. Dal 2 novembre 2015, quando la figlia ricevette la telefonata, nessuna notizia. I due coniugi avevano anche parlato di andare in Germania, ma i riscontri non hanno mai dato esito.

I resti umani, secondo quanto si appreso, erano avvolti all'interno delle valigie con cellophane e nylon, tutti legati il nastro adesivo.

Le ricerche con i cani molecolari

Sono proseguite intanto, con l'aiuto dei cani molecolari del nucleo carabinieri cinofili di Bologna, specializzati nella ricerca dei cadaveri, le ricerche di un’eventuale quarta valigia. Le prime tre sono state trovate tra giovedì 10 dicembre e lunedì 14.

I primi due bagagli scoperti nel campo, a una distanza di una settantina di metri l'uno dall'altro, contenevano il cadavere saponificato di un uomo adulto, di carnagione bianca: il busto, avvolto in un telo, in una valigia, e la parte inferiore del corpo in un'altra. Dall'autopsia, all'istituto di medicina legale di Careggi, sarebbe risultato che l'uomo sia stato ucciso con una coltellata alla gola. Ampio l'arco temporale a cui far risalire il decesso: da sei mesi a due anni indietro rispetto al ritrovamento dei resti.

Nel pomeriggio di lunedì, poi, distante 100 metri dal primo trolley rinvenuto e 170 metri dal secondo, durante un sopralluogo dei carabinieri che conducono le indagini avviate per l'ipotesi di reato di omicidio e coordinate dalla pm Ornella Galeotti è emersa dal fango e tra le sterpaglie una terza valigia, con all'interno un tronco umano di una donna, in avanzato stato di decomposizione. Secondo gli investigatori, nelle vicinanze dei primi tre ritrovamenti potrebbe esserci un'ulteriore valigia con la parte mancante del cadavere della donna. Le ricerche sono state interrotte per l’eccessiva sterpaglia e riprenderanno domani.

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