«Seguiamo con attenzione i movimenti attorno alle manifestazioni contro le misure del governo strumentalizzate dai gruppi violenti neofascisti». Federico Cafiero de Raho che guida la procura nazionale antimafia e antiterrorismo non dice altro, il riserbo è massimo. Come anticipato da Domani i magistrati dell’antiterrorismo di diverse procure italiane si sono riuniti, coordinati dalla procura nazionale per mettere insieme i pezzi sul frastagliato mondo delle sigle che animano le proteste dell’ultimo anno. Con una certezza dalla quale partire con le verifiche e le indagini: la regia della trasformazione da piazze pacifiche a violente è imputabile ai leader di Forza Nuova, il partito fondato da Roberto Fiore (ex dirigente dell’eversiva Terza Posizione e condannato per banda armata) arrestato dopo gli scontri, con assalto alla sede della Cgil incluso, di sabato 9 ottobre. Insieme a lui è finito in manette anche il suo vice, guida romana del partito, Giuliano Castellino.

Fascio e denaro 

Gli investigatori partono da queste basi per allargare il raggio d’azione. «Quando subentra la procura nazionale per forza di cose le inchieste fanno un salto di qualità, non sono limitate alla sola dimensione militare dei fenomeni criminali», dice un’autorevole fonte dell’antiterrorismo. Il materiale raccolto in questi ultimi due anni sui neofascisti guidati da Fiore è ampio: si tratta di una mole di documentazione sulla gestione delle piazze, sul metodo usato per contaminare il variegato panorama No-Vax poi confluito nel più ampio contenitore No Green Pass e anche, soprattutto, sulla benzina finanziaria che ha dato la forza a Fiore e i suo camerati di affrontare un anno e mezzo di battaglie, propaganda, eventi. 

In una inchiesta del 2018 conosciuta con il nome “Banglatour” che ha svelato la matrice neofascista su alcuni raid punitivi nei confronti di cittadini originari del Bangladesh si rintracciano indizi utili sulla struttura economica dietro al movimento fondato nel 1997 da Fiore. Dalle informative scritte dal reparto operativo speciale (Ros) dei carabinieri emergeva una rete di aziende e imprenditori legati al capo di Forza Nuova. Fino al 2015, inoltre, Fiore insieme a un altro militante (candidato in passato) aveva le quote di una società a Cipro, isola europea amatissima dagli oligarchi russi, che grazie al segreto bancario garantisce riservatezza su affari e patrimoni.  Nel 2010 Fiore ha infatti aperto sull’isola la Vis Ecologia Ltd, società che si occupa ufficialmente di «riciclo di materiali».

Le visure camerali dicono che l’impresa è stata registrata a Cipro «per scopi fiscali», ma è impossibile sapere se sui conti siano girati soldi dato che l’impresa non ha mai depositato un bilancio. La Vis cipriota è solo una delle tracce lasciate da Fiore fuori dall’Italia. Come raccontato da Domani esistono delle associazioni fondate per diffondere i valori del cattolicesimo in Europa tutte riconducibili al leader neofascista. È il caso del Trust Saint George Educational, sede in Inghilterra e finanziatore di una Onlus italiana di nome Vicit Leo, fondata da professionisti molto quotati nel mondo No-Vax e sigle connesse. 

Prima che la pandemia mettesse al centro altre priorità, altri trust inglesi con scopi benefici legati ai neofascisti hanno versato denaro ad altre aziende, sempre del giro di Fiore, con l’obiettivo di promuovere la realizzazione di pubblicazioni sulla Chiesa Cattolica. La capacità di Fiore di accreditarsi nel movimento del fondamentalismo cattolico in prima linea contro l’aborto (Pro Vita) ha permesso a Forza Nuova di proporsi come attore autorevole laddove è diffusa l’idea che il virus sia un’invenzione del nuovo ordine mondiale, al pari dei fondamentalisti cattolici, animatori dei summit mondiali della famiglia tradizionale, che accusano la fantomatica sovrastruttura di potere globale di voler cancellare progressivamente i valori cristiani dalla società. 

La suggestione investigativa, insomma, è che i denari che fino a prima della crisi sanitaria erano destinati alla propaganda Pro Vita, ora possano confluire per sostenere chi si batte per «la libertà di scelta e contro la dittatura sanitaria».

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