Francesco Zambon prima delle sue dimissioni era un ricercatore dell’Organizzazione mondiale della sanità. Per L’Oms ha stilato il rapporto «Una sfida senza precedenti, la prima risposta del’Italia al Covid» che indaga sulla risposta del nostro paese per contrastare il Covid-19.

Il rapporto esplicitava un approccio del governo caotico e improvvisato dovuto al mancato aggiornamento del piano pandemico che risale al 2006. In meno di 24 ore dalla pubblicazione quello studio è stato rimosso dalla stessa Oms. «Negli ultimi mesi non potevo più lavorare, nessuno rispondeva alle mie richieste, come se ci fosse stata una reazione allergica nei miei confronti» dice in un’intervista a La Stampa Zambon, motivando così la sua scelta di rassegnare le dimissioni e avviare una procedura amministrativa con la quale punta di fare valutare il suo caso al Tribunale del lavoro di Ginevra.

«A distanza di quasi un anno – spiega Zambon nell’intervista – nessuno mi ha spiegato cosa ho fatto o scritto di sbagliato, quali fossero le inesattezze di quel rapporto sulla gestione dell’epidemia in Italia. Continuano a dire che era stato pubblicato prematuramente ed era pieno di errori, ma all’epoca aveva superato tutti passaggi di approvazione».

Per il ricercatore italiano l’Oms ha scelto «una linea di difesa folle, oltre che facilmente confutabile. Tutto per supportare la versione data da Ranieri Guerra. Da Copenaghen avevano condiviso il nostro lavoro, c’era stata discussione e verifica, ci sono i moduli firmati dai vari responsabili, era tutto in regola. All’epoca non capivo, non sapevo cosa si muovesse sotto, ma dopo aver letto i messaggi delle chat di Guerra, diffusi in questi giorni, mi è tutto più chiaro».

Ranieri Guerra è il numero due dell’Oms e ora è indagato per aver reso false dichiarazioni rilasciare ai pm di Bergamo che hanno aperto un’inchiesta per epidemia colposa. «Sono stato brutale con gli scemi del documento di Venezia. Alla fine sono andato su Tedros e fatto ritirare il documento» si legge in uno dei messaggi di Ranieri Guerra.

Secondo Zambon: «L’Oms, su pressione di Guerra, che aveva i suoi interessi personali, non ha voluto colpire l’immagine dell’Italia, in virtù di un accordo di tipo politico e a discapito della sua necessaria indipendenza. Ho letto lo scambio di messaggi tra Guerra e Brusaferro sulla possibilità di revisionare il rapporto, dopo che era stato ritirato: non esiste che l’Oms si metta a riscrivere un documento a quattro mani con l’Istituto superiore di sanità, cioè con il paese oggetto del report».

Il ricercatore italiano conclude lanciando pesanti critiche: «l’Oms non dovrebbe porsi il problema di non danneggiare un governo o non far arrabbiare un ministro con un proprio report indipendente. Un anno fa l’Italia era uno dei paesi più colpiti dal Covid, quel rapporto conteneva informazioni che potevano essere utili ad altri paesi per affrontare meglio la pandemia. Ritirandolo, l’Organizzazione è venuta meno alla sua missione».

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