Il rifiuto del vaccino contro il Covid-19 non è necessariamente motivato da reazioni emotive e irrazionali. La casistica sta diventando sempre più complessa con il passare dei giorni, soprattutto quando l’antivaccinismo si fonde con altre sottoculture e ne esce potenziato e, paradossalmente, maggiormente legittimato. Le situazioni sono ovviamente diverse da paese a paese e, come sempre, è bene non generalizzare.

La posizione di Gorsuch

Nelle ultime settimane, gli Stati Uniti hanno offerto spunti d’analisi interessanti. A metà dicembre ha fatto discutere la posizione espressa dal giudice Neil Gorsuch nell’opinione dissenziente rispetto alla decisione della Corte suprema secondo cui il mancato riconoscimento dell’esenzione dall’obbligo di vaccinazione per motivi religiosi ai ricorrenti, dipendenti di ospedali dello stato di New York, non viola le norme della Costituzione.

I ricorrenti avevano rifiutato la vaccinazione sostenendo che nella produzione dei vaccini erano state utilizzate cellule provenienti da feti abortiti. L’opinione di Gorsuch sembra indicare il venir meno della preminenza assoluta dell’interesse governativo a combattere la diffusione della pandemia mediante l’obbligatorietà della vaccinazione quando saranno a disposizione trattamenti farmacologici alternativi.

In questa logica l’obbligatorietà andrebbe a intaccare la tenuta dei diritti civili costituzionalmente garantiti laddove l’esistenza di un’alternativa, secondo un criterio di proporzionalità, sarebbe meno restrittiva della libertà di scelta dell’individuo di vaccinarsi.

Allo stesso tempo, con l’aumentare delle vaccinazioni, diminuisce l’impatto letale del virus sulla popolazione. Anche questo contribuirebbe a fiaccare l’argomento dell’obbligatorietà sostenuto dal governo e la sua rilevanza, in quanto l’impatto della pandemia non sarebbe così devastante. È una logica che, se spinta fino in fondo, dovrebbe portare a eliminare anche tutte le altre vaccinazioni obbligatorie perché ormai quasi nessuno muore di vaiolo.

Fuori dai social

Come Ruth Bader Ginsburg scrisse in un altro famoso caso deciso dalla Corte suprema: «Sarebbe come buttare via l’ombrello durante una tempesta perché non ci stiamo bagnando». Il dibattito statunitense contro l’obbligo vaccinale non è dunque confinato ai deliri da social network e ai santoni da tastiera, ma è penetrato nelle istituzioni. Naturalmente i toni e gli argomenti sostenuti sono diversi a seconda del contesto e degli attori coinvolti.

Se gli argomenti di Gorsuch continueranno a essere discussi nelle corti inferiori e, probabilmente, in altri casi davanti alla Corte suprema, la politica continua a offrire giornalmente nuove opportunità di riflessione utili a comprendere un paese che è molto diverso in questi dibattiti da tanti altri paesi occidentali.

Sarebbe difficile comprendere con le categorie europee quello che è avvenuto in Florida la scorsa settimana quando il governatore Ron DeSantis si è presentato a un evento pubblico ed è salito sul palco, con la moglie malata di cancro, per ribadire che la Florida non si piegherà e non saranno approvate restrizioni, nonostante l’incremento dei contagi nello stato.

DeSantis ha poi ricevuto il premio come “Difensore delle libertà” da Sean Feucht, leader della Lifted Church, per non essersi piegato alle volontà di «leader e governi tirannici» che hanno imposto restrizioni e limiti alle loro popolazioni. Per Feucht le azioni di DeSantis sono guidate da Dio ed è «inutile continuare a lamentarsi continuamente dell’aumento dei casi legato alla pandemia».

Per i suoi fedeli c’è una solo missione, annuncia dal palco. La loro missione è «continuare a cantare». È un patchwork incoerente, tenuto insieme dal rifiuto di qualsiasi logica di fiducia nelle istituzioni e dalla diffusione del ribellismo da tastiera che negli Stati Uniti trova terreno fertile data la diffusione delle teologie legate all’apocalisse e in quelle della teologia del dominio (come quella della Chiesa di  Feucht) secondo la quale i cristiani avrebbero ricevuto da Dio il mandato di assumere il dominio del mondo (anche mediante un ruolo attivo in politica) nell’attesa del ritorno di Cristo sulla terra.

Sicurezze bibliche

Dopo due anni di incertezze, incoerenze e sofferenze non c’è da sorprendersi se parti importanti della popolazione statunitense cerchino rifugio nelle sicurezze bibliche con la promessa di una salvezza terrena che possa prescindere dai fallimenti e dai tentativi della scienza.

Da questo punto di vista, gli Stati Uniti costituiscono, ancora una volta, un osservatorio privilegiato sulle fragilità delle istituzioni che la civiltà occidentale ha saputo creare e sulla fatica delle odierne democrazie davanti a crisi sistemiche imposte da un evento come la pandemia. Ci ricordano inoltre quanto sia impossibile comprendere le nostre società senza un’analisi delle loro teologie, delle loro idee e dei loro valori di riferimento. Perché non esistono società senza valori o senza idee. Giusti o sbagliati che siano, perché valori e idee non sono tutti uguali.

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