Promossi dopo essere stati condannati per la mattanza della scuola Armando Diaz di Genova nel corso del G8 di Genova.  Il 21 luglio 2001 l'agente Pietro Troiani ha introdotto due bombe molotov e il suo collega, Salvatore Gava, ne ha attestato il falso rinvenimento, per giustificare la cruenta irruzione e il conseguente pestaggio all'interno dell'edificio scolastico dei manifestanti del Genoa Social Forum che lì passavano la notte. Eppure il 28 ottobre la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il capo della Polizia Franco Gabrielli, hanno deciso di promuoverli a vice questori «per meriti assoluti», si legge sul sito del sindacato della polizia, Uil Polizia, ovvero secondo il sistema di promozione degli impiegati pubblici per ordine di ruolo, diligenza e buona condotta.

I due funzionari dell’ordine pubblico sono stati condannati in via definitiva a tre anni e otto mesi, più cinque anni di interdizione dai pubblici uffici, ma per lo stato adesso possono tornare a fare carriera.

La denuncia

Amnesty International Italia è la prima a denunciare la cosa e ha lanciato un appello per per l'introduzione dei codici identificativi per le forze di polizia impiegate nelle operazioni di ordine pubblico firmato già da oltre 100.000 persone. Il direttore Gianni Ruffini commenta su Facebook la promozione: «Un’offesa alle centinaia di persone che vennero arrestate, detenute arbitrariamente e torturate in quella pagina nera della storia italiana»

Per Amnesty «desta sconcerto il fatto che funzionari di polizia condannati per violazioni dei diritti umani restino in servizio e, anzi, vengano promossi a ulteriori incarichi».

Il periodo, ricorda il direttore, è di grande tensione, e proprio adesso che «sono bersaglio di azioni violente nelle strade italiane», le forze di polizia dovrebbero impegnarsi a gestire operazioni di ordine pubblico nel rispetto degli standard internazionali sui diritti umani.

Così, «i loro dirigenti dovrebbero fare di tutto perché, proprio in momenti come questi, si rafforzi il rapporto di fiducia tra cittadini e forze di polizia». Ma decisioni come quella del 28 ottobre «rischiano al contrario di indebolirlo».

Il deputato Erasmo Palazzoto (LeU), presidente della commissione di Inchiesta sul caso Giulio Regeni, si è subito associato: «Sostengo e condivido la posizione e lo sdegno di Amnesty, è grave che siano concesse promozioni e avanzamenti a membri delle forze dell’ordine, rappresentanti dello stato, già condannati per violazione dei diritti umani». Anche per lui bisogna creare subito dei codici identificativi: «occorre farlo ora». Nelle prossime ore, dice a Domani, «presenterò un’interrogazione parlamentare»

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