Un nave carica gas russo in acque controllate da Putin. Poi si dirige verso Ravenna, dove c’è il rigassificatore voluto da Draghi per liberare il paese dal ricatto dello Zar
Il 14 luglio 2025, al largo della costa romagnola, un gruppo di pescatori è passato vicino alla BW Singapore, la nave rigassificatrice di Ravenna, e l’ha ripresa con il telefonino. Le immagini mostrano l’imbarcazione ferma nel suo punto di attracco a 8,5 chilometri dalle spiagge, in una delle sue prime operazioni di carico: alla Singapore in quel momento era agganciata una nave gasiera, la Lng Geneva, che stava trasferendo il suo Gas naturale liquido, il cosiddetto Gnl, dentro la rigassificatrice.
La Singapore avrebbe poi trasformato quel Gnl in forma gassosa e lo avrebbe inviato alla rete del gas italiana. Anche se tecnicamente affascinante, quella che i pescatori stavano filmando sembrava solo un’operazione di routine. Invece probabilmente è la prova del primo carico di gas russo nella rigassificatrice di Ravenna. Per arrivare a capirlo abbiamo tracciato gli spostamenti della Lng Geneva su Marine Traffic, un sito di intelligence navale, dal suo porto di partenza ufficiale, quello di Ferrol nella costa nord occidentale della Spagna, fino a Ravenna.
Sofia Basso, dell’Unità investigativa di Greenpeace che ci ha guidati in questa ricostruzione, ha notato subito che qualcosa non andava nella rotta della nave: «Il suo percorso non scende verso l’Italia, ma va verso nord», ci ha indicato sulla mappa.
Direzioni precise
La direzione della nave è indicata dal suo Ais, Automatic identification system, un sistema di tracciamento che le navi hanno sempre acceso per prevenire incidenti. Grazie all'Ais abbiamo seguito il viaggio a nord della Lng Geneva fino alla penisola di Kola, sopra la Scandinavia. Entrata in acque russe la nave si è posizionata al largo del porto di Murmansk e ha spento il sistema di Ais. Lo spegnimento dell’Ais è consentito alle imbarcazioni solo in zone ad alto rischio, ad esempio dove è diffusa la pirateria, per evitare attacchi.
Il porto di Murmansk è il cuore dell’arsenale nucleare del Cremlino, sicuramente una zona ad alto rischio, ma il tracciamento probabilmente era spento per un altro motivo: «Quando la nave è riapparsa, tre giorni dopo, era sempre in quest'area del Mare di Barents – continua Sofia Basso – ma aveva aumentato il pescaggio, cioè il livello dello scafo sott’acqua: era passato da 8,5 a 11 metri. Il che vuol dire che la nave era più pesante, aveva caricato Gnl». In questo modo la Lng Geneva ha nascosto il suo scalo a Murmansk, e quando un mese dopo è arrivata a Ravenna sotto gli occhi dei nostri pescatori il gas sembrava provenire dalla Spagna.
Anche Snam, in seguito alla diffusione di un’anteprima della nostra inchiesta, ha confermato che «sui 9 carichi approdati a Ravenna, 6 sono provenienti dagli Usa, 2 da Mauritania e Senegal e 1 – per quanto dato di sapere – dalla Russia». Il fatto di aver smerciato in questo modo del gas russo in Italia attraverso la rigassificatrice di Ravenna è particolarmente rilevante: la BW Singapore era stata voluta fortemente nel 2022 dal presidente del Consiglio Mario Draghi assieme a un’altra nave rigassificatrice a Piombino.
«In quel momento Putin aveva chiuso le nostre forniture di gas», ci spiega Vincenzo Colla, vice presidente della regione Emilia-Romagna, «e quindi bisognava raggiungere l’autonomia energetica». «Dovevamo cercare altri fornitori – continua Matteo Villa, direttore del Data Lab di Ispi, l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale – siccome non volevamo vincolarci agli arrivi via gasdotto, che sono fissi, Draghi ha deciso di guardare a quelli via mare, attraverso le navi che possono portarci gas da tutto il mondo».
Rigassificazione totale
Con l’aggiunta dell’impianto di Ravenna agli altri 4 in funzione, l’Italia avrebbe ottenuto una capacità di rigassificazione totale di 28 miliardi di metri cubi di combustibile, l’equivalente del gas che il nostro paese riceveva via gasdotto dalla Russia. Per raggiungere il risultato il governo Draghi ha bruciato tutte le tappe: il progetto di Ravenna è stato autorizzato in soli 120 giorni e realizzato in meno di due anni.
Le opere di costruzione sono state esentate da Valutazione di Impatto Ambientale e il loro costo totale ha raggiunto un miliardo e 300 milioni di Euro, molto superiore a quanto era stato stimato. Commissario straordinario del progetto Ravenna è stato incaricato il presidente della regione Emilia-Romagna. Vincenzo Colla, il vice della regione, non vuole parlare di costi: «Non era competenza nostra capire il costo, competenza nostra era avere massima sicurezza».
Ma che quei costi siano «superiori alla media di infrastrutture analoghe, anche se giustificati dalle condizioni di urgenza» lo ha scritto Arera, l’autorità che regola i prezzi del mercato, in una sua relazione: parole importanti, perché i costi extra finiranno nelle nostre bollette. Intanto, la nave che abbiamo costruito in fretta spendendo miliardi e derogando le leggi ambientali per liberarci dal gas russo, è stata riempita almeno una volta con il gas del Cremlino. Il resto del gas che ha ricevuto, non molto, viene dagli Stati Uniti. Possiamo davvero dire che stiamo costruendo la nostra indipendenza energetica?
Diritto di replica
Con riferimento all’articolo “Il gas del Cremlino usato per l'impianto Gnl di Ravenna”, pubblicato il 28 settembre su Domani, Snam intende fornire alcune precisazioni ai fini di un’informazione completa. Sui 160 carichi giunti in Italia nel 2025, il 48%, in particolare, viene dagli Usa (34% nel 2024), il 22% dal Qatar (36% nel 2024) e il 20%, come nel 2024, dall’Algeria, oltre che da numerosi altri Paesi, a conferma di una significativa diversificazione delle fonti di approvvigionamento che solo i terminali di rigassificazione possono garantire.
Per quanto attiene il carico di presunta provenienza russa, trasportato da una compagnia di diritto svizzero, Snam conferma di essere parte terza. È necessario infatti ribadire che Snam non compra e non vende gas, ruolo svolto dagli shipper, limitandosi semmai a fornire servizi (di trasporto, rigassificazione e stoccaggio) alle condizioni stabilite dall’autorità preposta a chiunque li richieda, non essendo pertanto in alcun modo coinvolta nella scelta dei relativi fornitori. In ordine all’iter autorizzativo per la realizzazione del rigassificatore, Snam sottolinea come lo stesso – pur contenuto per volontà del Governo in un arco di tempo (120 gg) che consentisse di rispondere rapidamente all’emergenza in atto – non ha minimamente ostacolato il presidio di tutti i temi legati alla sicurezza e alla tutela dell’ambiente.
Per quanto occorrer possa e sempre per chiarezza di informazione, è necessario ricordare che a differenza di altri prodotti e settori già dal 2022, nell’Unione Europea non sono in essere divieti all'importazione di GNL dalla Russia, a condizione che il terminale di destinazione, come nel caso di quello ravennate, sia collegato alla rete di trasporto. Scelta tuttavia - è opportuno ribadirlo con forza - non di competenza di Snam, ma degli shipper.
Snam
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