Nelle ultime due settimane nei Paesi Bassi sono esplose le proteste degli agricoltori contro il piano di riduzione delle emissioni di azoto e ammoniaca.

Migliaia di addetti del settore, provenienti da varie parti del paese, hanno bloccato le autostrade con i loro mezzi agricoli e hanno protestato. Traffico bloccato, lunghe file di trattori, roghi di balle di fieno.

Hanno anche interrotto la distribuzione nei supermercati, perché, sostengono, non è una protesta dei soli agricoltori ma deve coinvolgere tutti i cittadini. 

Il piano riduzione emissioni di azoto

Gli obiettivi fissati dal governo olandese per facilitare la transizione verde preoccupano gli agricoltori, che vedono a rischio il loro lavoro e i loro interessi.

I contadini olandesi si oppongono ai piani del governo, che potrebbero richiedere l’utilizzo di meno fertilizzanti e la riduzione del numero di capi di bestiame, il che potrebbe costringere alcune fattorie a chiudere.

La polizia apre il fuoco sui manifestanti

Gli agricoltori con i loro trattori sono scesi in strada, bloccando interi tratti di autostrade impedendo il regolare traffico. Martedì sera, durante una di queste proteste, la polizia olandese ha sparato contro un trattore.

La polizia ha comunicato che non ci sono feriti e che l’azione è stata intrapresa come risposta a una situazione minacciosa. Secondo quanto riportato dalla polizia, lo sparo è stato indirizzato a un trattore che si era staccato dalla fila degli altri veicoli agricoli presenti.

La polizia ha poi aggiunto che c’è stato un tentativo di assalto nei confronti degli agenti e delle loro auto. Questi episodi hanno portato all’arresto di tre manifestanti.

The Associated Press

I motivi delle proteste

La rabbia degli agricoltori è stata scatenata da un accordo che ha stanziato 25 miliardi di euro per combattere le emissioni di azoto, colpendo in primo luogo le aziende di bestiame.

Le misure intendono tagliare del 50 per cento, entro il 2030, le emissioni inquinanti come l’ossido di azoto e l’ammoniaca, attraverso la chiusura di alcuni allevamenti di bestiame e la riduzione dell’utilizzo di fertilizzanti.

L’obiettivo è la riduzione delle emissioni di ossidi di azoto in un range che varia dal 70 al 95 per cento, a seconda delle aree interessate, incentivando la chiusura delle attività agricole più inquinanti.

Aree interessate dal piano di riduzione

Il governo ha pubblicato una mappa in cui vengono indicati gli obiettivi di riduzione in tutto il paese sulla base della vicinanza alle aree designate come parte della rete Natura 2000, cioè quelli che secondo l’Ue sono habitat vegetali e animali vulnerabili e in via di estinzione.

Esistono siti Natura 2000 nei 27 stati membri, che coprono il 18 percento della superficie terrestre e l’8 percento del suo territorio marino.

Di fronte a queste misure, gli agricoltori olandesi sostengono che altri paesi dell’Ue non stanno reprimendo il settore agricolo così duramente come sta accadendo nei Paesi Bassi.

The Associated Press

Settori trainanti 

«Dobbiamo emettere molto meno azoto e purtroppo il settore agricolo ne emette molto», ha spiegato la ministra dell’agricoltura Christianne van der Wal.

Le nuove regole porteranno a grandi sconvolgimenti nell’industria agricola del paese. Così gli agricoltori e allevatori dei Paesi Bassi – secondo esportatore agricolo al mondo – dopo gli Stati Uniti, si troveranno costretti a ridurre la produzione e il numero di capi di bestiame.

Agricoltura e allevamento sono due settori trainanti dell’economia olandese. Secondo il gruppo Lto, The Netherlands Agricultural and Horticultural Association, nei Paesi Bassi ci sono circa 54mila aziende agricole per un totale di 94,5 miliardi di euro di esportazioni nel 2019.

Anche i pescatori 

Pescatori e agricoltori olandesi fanno fronte comune nella protesta contro gli obiettivi di emissione di azoto. Il porto di Harlingen è stato bloccato dai pescherecci da traino che non hanno permesso la partenza dei traghetti per ore.

In particolare, sono i pescatori di gamberetti a temere delle ripercussioni. Infatti, a partire dal prossimo anno, dovranno richiedere nuovi permessi di pesca. In mancanza dei necessari adeguamenti ai loro pescherecci, i permessi potrebbero essere negati e i pescatori si ritroverebbero senza lavoro.

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