Tensioni per le elezioni del Consiglio nazionale. A rischio De Nuccio, fan del governo Meloni: vanta stretti rapporti con il viceministro Sisto e il capo del Mimit Urso
L’aria che si respira nel palazzo romano che ospita il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili è tesa. Nel 2026 sono in programma le elezioni per il rinnovo delle cariche, tra cui quella di presidente, attualmente ricoperta da Elbano De Nuccio, fan del governo e soprattutto delle sue iniziative.
De Nuccio, che guida da tre anni l’ente che rappresenta 120mila commercialisti italiani, non nasconde di avere un filo diretto con l’esecutivo di Giorgia Meloni. Non solo l’amicizia col numero due del Mef, Maurizio Leo, regista della riforma fiscale e fedelissimo della premier: il professionista vanta anche rapporti col capo di palazzo Piacentini, Adolfo Urso, e con il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, più volte ospite a eventi promossi dal Consiglio.
Le polemiche
Proprio Sisto, a maggio 2024, ha annunciato la costituzione di un tavolo di confronto del governo con le professioni, a cui ha fatto seguito un decreto sulla cabina di regia comprendente i rappresentanti di commercialisti, avvocati e notai.
Due novità salutate con entusiasmo da De Nuccio – e non dagli altri referenti delle categorie professionali rimaste escluse – che in quegli stessi mesi è stato travolto da polemiche interne dovute a una notizia svelata da Domani: gli incarichi affidati dal Consiglio nazionale dei commercialisti a Roberto Eustachio Sisto, figlio di Francesco Paolo, che tra l’altro detiene la delega alle professioni. Due contratti quelli di Sisto jr, che insieme alla consulenza per la Fondazione nazionale commercialisti, valevano in totale circa 43mila euro.
A oggi le polemiche sul “caso Sisto” non si sono placate. Anzi. A quanto sembra, sarebbero alla base della “faida” che si sta consumando all’interno del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.
Tradotto: le consulenze d’“oro” a Roberto Eustachio Sisto – che all’epoca, contattato da questo giornale, aveva dichiarato che non c’era «nulla di strano» e alcuna «sovrapposizione» col lavoro del padre – potrebbero costare la poltrona al presidente. D’altronde De Nuccio ha già un competitor: si tratta di Mario Civetta, ex presidente dell’Ordine dei commercialisti di Roma per due mandati consecutivi.
A pesare sull’attuale capo dei commercialisti e, quindi, sulla futura conferma, è anche un’altra ombra: la “defenestrazione” dell’ormai ex vicepresidente del Consiglio, Michele de Tavonatti. De Tavonatti ha già intrapreso azioni legali nei confronti di De Nuccio.
La ragione? «De Nuccio – dice il professionista – ha provocato, screditandomi, la mia revoca. Il presidente ha voluto far credere che io fossi coinvolto in un’inchiesta della procura di Brescia (l’inchiesta verteva su presunte irregolarità presso il Consiglio di disciplina di Bergamo, ndr), archiviata a novembre scorso, in cui, al contrario suo, non sono mai stato indagato».
A chiedere lumi su quanto avvenuto anche diversi ordini “locali”: nessuna risposta sarebbe però stata fornita da De Nuccio. Che continua a fare incetta di incarichi.
Condotte spa
Tra questi anche quello conferitogli, con decreto del 2 febbraio 2025, dal ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso: De Nuccio è stato nominato commissario straordinario di Condotte d’acqua spa, il colosso delle infrastrutture con un buco da 3 miliardi.
Il presidente dei commercialisti ha sostituito il dimissionario Alfonso Di Carlo, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Velletri nonché già presidente del collegio di Inso (partecipata di Condotte). Su De Nuccio grava un ricorso presentato dall’ex commissario di Condotte, l’avvocato Giovanni Bruno, al Tar del Lazio: ciò che si lamenta è che De Nuccio sia stato scelto dal ministro senza tenere conto della relativa procedura normativa e, ancora, che lo stesso «non possieda pregresse esperienze o specifiche qualificazioni nel settore in esame».
In attesa della decisione del tribunale amministrativo, sugli altri due ricorsi presentati contro Francesco Paolo Bello e Michele Onorato, anche loro commissari straordinari della spa, i giudici si sono già pronunciati, ritenendo fondate le censure di difetto di istruttoria e motivazione e annullando il precedente decreto di nomina del Mimit.
L’8 maggio è attesa l’udienza di appello davanti al Consiglio di stato. Intanto al Consiglio dell’ordine dei commercialisti e degli esperti contabili la “guerra” continua. E non si sa se De Nuccio, amico dei “big” del governo, riuscirà a spuntarla.
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