- L’ex senatore del Nevada, scomparso il 28 dicembre all’età di 82 anni per un cancro al pancreas, era il complemento tattico all’idealismo di Barack Obama. Senza di lui riforme come il piano di stimolo e l’Obamacare forse non sarebbero state approvate. Eppure era uno dei politici più impopolari, simbolo dei compromessi di Washington.
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Nato in una piccola baracca nel villaggio minerario di Searchlight, senza acqua corrente, bagno e telefono, si deve trasferire da alcuni parenti per studiare alle scuole superiori, dove si fa strada anche grazie alla sua abilità nel pugilato. Si laurea alla Utah State University grazie a una borsa di studio in scienze politiche.
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Dopo l’era di George W. Bush, il leader repubblicano non ha più avuto un avversario all’altezza, come riconosce nel suo elogio funebre: «In parallelo abbiamo raggiunto gli stessi risultati».
C’è stato un momento nel quale la carriera politica di Harry Reid, ex senatore del Nevada scomparso il 28 dicembre all’età di 82 anni, poteva finire in modo improvviso. Siamo nel 2010. Reid è il potente leader dei democratici al Senato. Guida una maggioranza di 59 senatori grazie ai quali ha approvato due riforme chiave del primo biennio di Barack Obama: il piano di stimolo all’economia da 787 miliardi di dollari, fino ad allora il più ambizioso piano di rilancio dell’economia dopo gli anni del



