Condizioni psicologiche critiche, e alla fine è arrivato lo sbarco dei 214 migranti bloccati sulla Geo Barents: per le autorità sanitarie non potevano andare più avanti. Ma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni subito dopo la notizia ha fatto un post: «Il nostro obiettivo è difendere la legalità, la sicurezza e la dignità di ogni persona». Meloni ha proseguito: «I cittadini ci hanno chiesto di difendere i confini italiani e questo governo non tradirà la parola data». Sulla pelle delle persone che fino a ieri versavano in condizioni critiche. La capogruppo del Pd, Simona Malpezzi, ha chiesto che il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, vada al più presto a riferire in Senato.

Il sollievo

Quando hanno confermato che sarebbero sbarcati tutti dalla Geo Barents è stato «un grande sollievo dopo settimane di attesa», ha commentato Medici senza frontiere, la Ong cui appartiene la nave. È finito così il blocco in porto voluto dal decreto del ministro Matteo Piantedosi, Matteo Salvini e Guido Crosetto che faceva differenza tra chi era fragile e chi no. Scendendo uno dei naufraghi salvati si è messo a urlare: «My life is back!», torno a vivere.

Sulla nave una commissione composta da Usmaf, gli uffici di sanità marittima, e medici dell’Asp (con tre psichiatri, due psicologi, un pedagogista e un infettivologo) ha rivelato un «alto rischio» di disagio psicologico e ha deciso di permettere lo sbarco di tutti i naufraghi che erano ancora a bordo della nave.

Dopo giorni nel Mediterraneo, Youssouf (nome di fantasia) lunedì aveva deciso disperatamente di buttarsi in acqua, e ieri ha raccontato la sua storia: «Su quella nave stavo impazzendo. Ho avuto la sensazione che il mio corpo e i miei sogni stessero andando in frantumi».

Intanto è rimasta ancora bloccata la Humanity I con 35 migranti. La Ong come promesso ha depositato ricorso al Tar e al Tribunale di Catania e in serata è partito un nuovo triage. Mentre per loro si consumava l’attesa, altre persone hanno trovato l’approdo. Ieri mattina la Rise Above è arrivata a Reggio Calabria è ha effettuato lo sbarco - l’unico delle Ong immediatamente autorizzato – di 93 persone, mentre la nave Ocean Viking, della Ong SOS Méditerranée, quella che Matteo Salvini voleva mandare in Norvegia, ha lasciato il tratto di mare nelle vicinanze delle acque siciliane per dirigersi a Marsiglia, in Francia. Oltre 240 passeggeri.

In Italia però, nonostante i naufraghi abbiano sofferto al punto che scendere a terra è diventato obbligatorio, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è intervenuto a margine della presentazione del calendario della polizia per ribadire la linea. In questi giorni è stato criticato per aver definito i migranti confinati a bordo «carico residuale»: «Se vi volete fermare all’esegesi delle espressioni burocratiche fate pure, ma non accettiamo lezioni da nessuno dal punto di vista del rispetto dei diritti umani».

Ha poi aggiunto che «ci sono dei ricorsi in atto» e che saranno «le sedi competenti» a decidere sull’illegalità di quello che sta succedendo. Il tutto mentre Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, si è fatto intervistare da “Un giorno da pecora” su Radio1 per sostenere che «i migranti stanno spesso sulle navi sono in condizioni ottimali, sono nutriti ed assisti, in alcuni casi stanno anche meglio di certi centri d’accoglienza».

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