Flavia Petrini, Presidente della Società Italiana di Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (Siaarti) e parte del Comitato tecnico scientifico all’opera sul Covid-19, ha smentito Conte: le terapie intensive non sono raddoppiate, anzi, il comitato spera che si arrivi almeno a metà dei piani. 

Il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa sul nuovo Dpcm domenica sera ha detto: «Le terapie intensive sono più che raddoppiate e continueremo ad intervenire per distribuire attrezzature alle regioni».

In realtà i lavori sono in corso. Petrini ha detto questa mattina intervenendo a Radio 24: «Quando fummo colpiti in febbraio noi ci posizionammo a favore di un aumento verso il raddoppio». Ma non è mai accaduto: «Noi ci vorremmo attestare in una sana via di mezzo. Ci sono anche difficoltà logistiche», legate anche al fatto che gli ospedali sono vecchi.

Per ora quelli di Conte solo sono piani: «Il programma è il finanziamento al raddoppio e in alcuni casi anche di più, perché in alcune zone i posti erano veramente pochi – ha specificato – è ovvio che i tempi di operatività per arrivare al letto funzionante non sono brevi… i miracoli non si fanno, ci stiamo lavorando intensamente».

La dottoressa ha poi lanciato l’allarme sui ricoveri in generale. I pazienti «stanno ingorgando i pronti soccorsi e i reparti». L’aumento è il segno di un freno che non ha tenuto, quello sociale».

Le terapie intensive saranno tenute sotto controllo.

Il servizio è molto disomogeneo. Sui ventilatori polmonari il premier ha risposto nel corso della conferenza stampa di domenica sera che «ne abbiamo ancora da distribuire», ma il medico del Comitato ha aggiunto:«Se bastasse quello li forniremmo a casa». Invece serve l’organizzazione dell’ospedale. «L’impressione è che che questo sia stato percepito forte nella prima ondata invece adesso non si vede».

La crescita del numero di ricoveri in terapia intensiva è preoccupante non solo per il Covid-19: «Stiamo allargando la rete esistenziale cercando di non penalizzare la restante attività». In Campania hanno dovuto chiudere ricoveri e lettini, inoltre, come scritto su Domani, in Lombardia la situazione rischia di aggravarsi per la carenza di assistenza territoriale. «La coperta non è elastica all’infinito». Sono indispensabili anestesisti e rinimatori.

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