Il ministero del Lavoro ha definito «assai problematico» il nuovo contratto collettivo dei rider firmato dal sindacato di destra radicale Unione generale del lavoro e da Assodelivery, l'associazione che rappresenta le principali aziende che si occupano di consegne a domicilio, come Glovo e Deliveroo. Il ministero lo ha scritto in una lettera inviata alle aziende in cui elenca tutti i punti in cui il contratto appare contestabile.

Il contratto nazionale dei rider, il primo del suo genere in Italia, era stato firmato ieri dai rappresentati di Assodelivery e da quelli del sindacato Ugl, che sostiene di rappresentare circa un migliaio di rider, anche se non c'è modo di verificare indipendentemente questa cifra. L'Ugl viene da tempo accusato dagli altri sindacati di sottoscrivere "contratti pirata" che abbassano le tutele dei lavoratori. L'Ugl ha sempre respinto queste accuse.

Nella lettera inviata ad Assodelivery, che Domani ha potuto esaminare, il ministero elenca una serie di punti del nuovo contratto che appaiono in contrasto con le leggi che tutelano il lavoro e che regolano la contrattazione tra imprese e lavoratori. Tra i principali c'è la mancanza di un salario orario fisso. Il nuovo contratto, scrive il ministero, contiene clausole che «paiono commisurare il compenso del rider alle consegne effettuate, senza garantire un minimo orario». Attualmente, i rider vengono compensati quasi esclusivamente per il numero di consegne che effettuano anche se devono rendersi disponibili in specifici orari.

Il ministero contesta inoltre la qualificazione dei rider come "lavoratori autonomi" contenuta nel contratto. Questa qualificazione, scrive il ministero, non spetta alla contrattazione tra sindacati e aziende, ma è riservata «al giudice in sede di applicazione della legge». Secondo il ministero non si può escludere che "nella realtà dei fatti i rider possano svolgere attività di natura subordinata".

Il punto più grave però rimane quello che riguarda la controparte che ha firmato il contratto con i rappresentanti delle aziende, l'Ugl. Il ministero specifica che soltanto le organizzazioni «comparativamente più rappresentative» possono sottoscrivere contratti collettivi validi per l'intera categoria. Il fatto che il contratto firmato ieri sia stato sottoscritto da una sola sigla sindacale "non sembrerebbe prima facie idoneo a soddisfare il requisito".

Il contratto collettivo nazionale firmato ieri può, in teoria, essere già applicato a tutti i rider e le aziende possono legittimamente rifiutarsi di riconoscere come controparti tutti i sindacati che non volessero sottoscriverlo. L'accordo potrebbe venire disapplicato in caso di ricorso ai tribunali del lavoro. «Mi auguro che la soluzione di questa vicenda non venga lasciata alle vie giudiziarie, ma che si possa tornare a un dialogo tra le parti», ha detto a Domani Debora Serrachiani, deputata del Pd e presidente delle commissione Lavoro della Camera. Serracchiani era stata tra le prime a richiedere un intervento del governo sul tema, scrivendo ieri una lettera al ministero del Lavoro.

La firma del contratto nazionale tra Assodelivery e Ugl è arrivata per molti come una completa sorpresa. Fino a ieri, Assodelivery si era sempre rifiutata di riconoscere qualsiasi sindacato o associazione di rider accusandoli di non essere sufficientemente rappresentativi della categoria. Per spingere le aziende a raggiungere un accordo, lo scorso settembre il governo aveva approvato il cosiddetto "decreto rider" che imponeva ad Assodelivery di raggiungere un accordo con i rider entro il novembre 2020. In caso contrario, i rider sarebbero stati considerati lavoratori subordinati, con tutti i diritti che ne conseguono. Un nuovo incontro tra sindacati, aziende e ministero per giungere a un accordo era previsto per il 23 settembre.

Nel frattempo, però, Assodelivery stava trattando segretamente con Ugl e ieri ha rivelato il nuovo accordo. Dopo la firma del contratto tra Assodelivery e Ugl, tutti i principali sindacati e associazioni di rider hanno protestato minacciando scioperi e azioni legali, accusando l'Ugl di aver sottoscritto un «contratto pirata».

La federazione dell'Ugl che si occupa di rider si chiama Ugl rider ed è il risultato dell'alleanza tra il sindacato di destra e Anar, un'associazione indipendente di rider. Anar è nata un anno fa, quando un gruppo di circa 500 rider ha inviato una lettera al governo contro il decreto rider, quello che imponeva di trovare un accordo con i lavoratori. Come ha scoperto L’espresso, la lettera è stata scritta negli uffici di Glovo, con l'aiuto dei manager della società. Nicolò Montesi, un rider romano di 23 anni, è l'attuale responsabile di Ugl rider, oltre ad essere uno dei firmatari della lettera. Oggi rivendica la volontà sua e dei suoi colleghi di non diventare lavoratori subordinati e di restare autonomi con maggiore libertà. «Tra tutti i sindacati solo l'Ugl ha aperto alle nostre istanze».

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