«Stare al governo penalizza e noi abbiamo pagato l'appoggio all'esecutivo Draghi. Abbiamo rotto l'alleanza con il M5s, abbiamo provato l'alleanza con Calenda, ma è andato male anche quel tentativo scegliendo come alleato Fratoianni che ha sempre votato contro Draghi. Noi siamo rimasti soli e in un sistema maggioritario è una scelta che porta a questi risultati», dice Emanuele Fiano, deputato uscente del Pd, sconfitto nel collegio di Sesto San Giovanni, storico feudo della sinistra. 

Isabella Rauti, figlia di Pino Rauti ex segretario del Movimento sociale italiano, conquista il seggio al Senato con il 45 per cento dei voti, Fiano si ferma al 30 per cento. 

Enrico Letta doveva lasciare oggi il partito?

«Questo congresso deve svolgersi quanto prima, ma deve essere un congresso vero, un congresso per tesi dove ci diciamo tutto e ci confrontiamo. Il partito deve avere uno sguardo strabico, capace di illustrare le cose che ci servono subito e indicare una visione del futuro, visione che non abbiamo offerto», risponde Fiano.

La rottura dell’alleanza con il M5s è stato un errore?

«In questo momento c'è bisogno di costruire un'identità, noi abbiamo pencolato tra due scelte molte diverse tra di loro, quella del M5s e quella di Calenda, ma alla fine loro hanno fatto una campagna identitaria e noi siamo rimasti in mezzo. Conte ha fatto la sua campagna elettorale molto basata sul reddito di cittadinanza che ha pagato, Calenda ha fatto la campagna contro di noi e le nostre contraddizioni. Le ali alla nostra sinistra e alla nostra destra hanno fatto una campagna identitaria, noi siamo rimasti in mezzo», conclude Fiano. 

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