I pm e il giallo del crollo. Escluso l’errore umano. «La metro? Impossibile»

Capannelli di turisti incuriositi dalla grande tenda nera che i carabinieri stanno montando nell’area delimitata da lunghe strisce giallo catarifrangenti. È la tenda da cui i militari seguiranno, passo dopo passo, il sopralluogo dei tecnici disposto dalla procura di Roma sul cantiere sequestrato della Torre dei Conti, dove lunedì 3 novembre si è consumata la tragedia: tre operai feriti e uno, Octav Stroici, 66 anni, morto dopo undici ore sotto le macerie. «What’s happening?», chiede ignara una ragazza inglese a un carabiniere che soprassiede i lavori. Sulle loro teste sta volando un drone. Intorno anche i mezzi della polizia, della protezione civile e dei vigili del fuoco. Il carabiniere fa per rispondere, quando a un tratto tutto si ferma: sono arrivati i consulenti – un architetto e un ingegnere – nominati dal pool di magistrati (Giovanni Conzo, Antonino Di Maio, Mario Dovinola e Fabio Santoni) che ha aperto un fascicolo d’indagine, al momento contro ignoti, in cui si ipotizzano i reati di omicidio e lesioni colpose per violazione delle norme sugli infortuni sul lavoro. A venire contestato è anche il disastro colposo. Siamo fragili: dopo il crollo ai Fori imperiali ora serve un’anagrafe degli edifici La dinamica Eseguito il sopralluogo sulla Torre del 1200, ci si interroga sulle dinamiche dell’evento. Cosa è accaduto? Ma soprattutto cosa ha provocato i crolli della Torre? Un monumento che, negli anni, è stato anche sede di uffici pubblici e poi completamente abbandonato. Fino al 2022 quando è rientrato nei progetti beneficiari dei fondi giubilari del Pnrr per venire trasformato in un hub culturale: ora i magistrati acquisiranno tutti gli atti relativi agli affidamenti da 6,9 milioni complessivi. In mano hanno già due informative degli inquirenti e i verbali delle persone sentite dalla polizia giudiziaria: gli operai sopravvissuti, il direttore dei lavori di ristrutturazione, i vertici delle ditte esecutrici degli interventi e cioè della Edilerica srl e della Picalarga, entrambe con anni di esperienza alle spalle. A giorni arriverà anche la superperizia dei tecnici. «Non si esclude nessuna pista, nessuna ipotesi», è quanto trapela dagli ambienti investigativi. Dove, al momento, si stanno ricostruendo le fasi del drammatico incidente: i crolli sarebbero stati, più in particolare, tre e l’ultimo – effetto dei precedenti – avrebbe riguardato il solaio dell’edificio. È, dunque, il primo dei tre crolli che i pubblici ministeri starebbero studiando per capire cosa abbia insidiato la stabilità e staticità dell’edificio. Motivo per cui al vaglio ci sarebbero anche i cantieri della Metro C: nesso causale escluso da Webuild, a capo del consorzio impegnato nei lavori. La società, contattata da Domani, fa sapere che l’ipotesi in questione «è impossibile dal punto di vista tecnico. Non ci sono scavi al di sotto dei Fori Imperiali, sono stati completati cinque anni fa». Milano, cede l’insegna di Generali della Torre Hadid. La procura apre un’indagine per crollo colposo Conclusa, pertanto, la stazione Colosseo che verrà inaugurata dal sindaco Gualtieri l’8 dicembre, all’attivo ci sono solo i cantieri che interessano piazza Venezia e «questi – dice Webuild – sono lontani 400-500 metri dalla Torre». Al vaglio degli inquirenti anche un’altra serie di aspetti. Chi ha realizzato le verifiche strutturali sul monumento? C’erano state avvisagli di possibili cedimenti? Lunedì la Soprintendenza capitolina ha fatto sapere che «prima dell’avvio delle opere sono state effettuate indagini strutturali, prove di carico e carotaggi per verificare l’idoneità statica della struttura, che avevano attestato le condizioni di sicurezza necessarie per procedere agli interventi sui solai». In procura, però, l’errore umano sarebbe escluso e la Fillea Cgil di Roma sta valutando anche la sua possibile e futura costituzione come parte civile. La solidarietà Così, mentre si procede alla nomina del medico legale per l’autopsia su Stroici e alla cristallizzazione dei fatti per mezzo del sopralluogo, nel centro storico arrivano messaggi di cordoglio. L’ambasciatrice della Romania in italia Gabriela Dancau porta un mazzo di fiori a largo Corrado Ricci, ai piedi della Torre dei Conti per commemorare il connazionale morto, che tra un solo anno sarebbe andato in pensione. Nel frattempo una palazzina, accanto alla Torre, è stata evacuata. «Stiamo cercando di capire dove dobbiamo andare», dice una donna sfollata. In base a quanto si apprende sarebbero stati messi a disposizione degli appartamenti all’Infernetto. «What’s happening?», continua a ripetere la ragazza inglese. Nessuno risponde. C’è qualcosa di più importante da fare: mettere in sicurezza l’intera area, e il cuore di Roma.