L’ultimo atto della guerra totale che si è scatenata intorno alla Superlega del calcio europeo è fresco di giornata. Lo rende pubblico un comunicato pubblicato dal sito del Real Madrid, che partecipa la decisione del club merengue di denunciare i protagonisti dell’accordo fra Liga spagnola e fondo CVC Capital Partners di cui vi abbiamo raccontato.

In ballo c’è il versamento di 2,7 miliardi di euro per acquisire il 10% della nuova società in cui la Liga farà confluire tutti gli asset rilevanti. Un affare condotto a conclusione dal presidente della Liga, l’avvocato Javier Tebas Medrano, che ha raggiunto l’obiettivo cui non era stata capace di approdare la Lega di Serie A nell’autunno 2020 con lo stesso fondo CVC.

Ma contro quell’accordo si è scagliata oggi la Junta Directiva del Real Madrid. Che ha così dato voce alla posizione contraria espressa nei giorni scorsi non soltanto dal club merengue ma anche – manco a dirlo – dagli altri due club che continuano a far parte del simulacro di Superlega europea, cioè il Barcellona e la Juventus.

Si materializza dunque una situazione paradossale: la Superlega del calcio europeo non esiste, forse non esisterà mai, però intanto s’ingegna a sabotare qualsiasi altro progetto calcistico-economico percepito come avverso. Con la Spagna che continua a essere il terreno di scontro principale e il presidente madridista Pérez a fare da denunciante seriale, avendo ben presente che per lui e le sue istanze ci sarà sempre un giudice a Madrid.

Tutti i dettagli

Il testo del comunicato pubblicato sul sito del Real Madrid non difetta in dettagli. Viene pure precisato l’orario in cui la Junta Directiva si è riunita (“a las 11.00 h.”) per assumere all’unanimità la decisione d’intraprendere azioni legali sia civili che penali contro tre soggetti: il menzionato Javier Tebas, il responsabile di CVC, Jaime Guijarro e lo stesso CVC. Inoltre, come viene spiegato nel secondo capoverso del comunicato, la stessa Junta intraprenderà tutte le azioni legali utili per «invalidare o lasciare senza effetto» i possibili accordi adottati, rispetto al negoziato con CVC, dall’Assemblea della Liga fissata per il 12 agosto.

Dunque si tratta di una guerra totale, che ha una duplice prospettiva: quella interna e quella internazionale. Sul piano interno si tratta di una lotta di potere fra Pérez e Tebas per stabilire chi debba comandare nel calcio spagnolo. E poiché siamo in presenza di due Super-Alfa, sarà molto complicato andare verso una ricomposizione. Più probabile che soltanto uno dei due sia destinato a rimanere in piedi. Tanto più se si tiene conto che stiamo parlando di due spregiudicati uomini d’affari, che usano il calcio per accrescere il potere personale.

In questo senso è una lettura sbagliata quella secondo cui Tebas sarebbe il difensore del calcio spagnolo e europeo contro il progetto di Superlega. Anzi, la acclarata vicinanza fra Tebas e l’italo-americano Charlie Stillitano, il presidente esecutivo di Relevent Sports Group (la società che a sua volta veniva indicata come possibile organizzatrice di una superlega mondiale per club, oltreché del contestato progetto di far giocare negli Usa alcune partite della Liga), fa intravedere tutt’altra prospettiva. Dunque, prima di scegliere chi fra i due buttare giù dalla torre, meglio essere bene informati. C’è sempre la terza opzione di buttare giù la torre.

Per adesso ci limitiamo a registrare la reazione di Tebas, franchista mai pentito, alla notizia della prospettata azione legale: «Il metodo minaccioso che Florentino Pérez utilizza da anni in privato viene adesso trasportato in pubblico. I club e le istituzioni hanno trascorso anni a sopportare queste minacce. Dal 2015 in poi abbiamo avuto l’opposizione alla vendita centralizzata dei diritti televisivi, l’impugnazione costante di qualsiasi accordo, la Superlega… Il Real Madrid merita di più».

Andrea Agnelli, il rieccolo

C’è poi la prospettiva internazionale di questa guerra. Dicevamo infatti della Superlega, che rispetto a quanto detto fin qui sembra rimanere abbastanza sullo sfondo e invece è attore cruciale nell’opposizione all’accordo Liga-CVC Capital Partners.

Tale opposizione era già abbastanza chiara perché nei giorni scorsi, oltre al Real, anche il Barcellona ha preso posizione contraria. E a completare la triade degli irriducibili soci della Superlega ha provveduto Andrea Agnelli, “il rieccolo” che in questi mesi se ne era stato abbastanza in disparte sul tema del campionato europeo per club.

Come ha raccontato il quotidiano AS, nei giorni scorsi i tre superstiti soci fondatori del torneo d’élite si sono radunati in Spagna per discutere di non meglio precisate strategie. E nella circostanza il presidente della Juventus, che l’accordo fra Lega di Serie A e CVC l’ha visto fallire in diretta, avrebbe catechizzato i due colleghi spagnoli su quelli che a suo dire sarebbero i rischi dell’accordo fra la Liga e il fondo britannico. Che questi consigli siano stati decisivi per indurre i colleghi a scegliere la linea dura, non è dato sapere. Così come non si sa se i tre si siano poi giocati a Subbuteo la prima edizione della Superlega.

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