In fondo anche questa è stata una settimana da protagonista. Ma stavolta Jorge Mendes ne avrebbe fatto a meno. Al super-agente portoghese piace stare al centro dell’attenzione e questo è il suo vero punto debole. Ciò che lo contraddistingue rispetto a altri super-agenti, che invece sanno quanto importante sia non dare nell’occhio. E quanto il piedistallo mediatico possa trasformarsi in una botola lo si è visto nei giorni scorsi, quando il boss di Gestifute è finito al centro dell’attenzione degli inquirenti su entrambi i lati del confine iberico.

Spagna o Portogallo le cose non cambiano: a essere oggetto d’attenzione sono sempre le trattative di calciomercato condotte da Mendes e i suoi rapporti troppo stretti con alcune fra le società più importanti del calcio iberico, ma soprattutto coi loro proprietari e coi gruppi dirigenti. Ciò che del resto si conviene al ruolo da superagente: un soggetto che non sta a intermediare il mercato, perché lui il mercato lo crea. Ma facendo in modo che a vincere sia sempre il banco, cioè lui. Con effetti devastanti per le società che scelgano di legarsi troppo strettamente al suo operato.

Qui Valencia

Volete una storia emblematica di cosa significhi per un club legarsi troppo a Jorge Mendes? Basta andare a vedere cosa è successo a Valencia nell’ultimo decennio per farsi un’idea precisa.

Proprio da lì parte il primo colpo che ha turbato la settimana giudiziaria del boss di Gestifute. Nella giornata di martedì 16 maggio si diffonde la notizia che la procura valenciana ha aperto un’indagine sulla gestione finanziaria del club, per verificare l’ipotesi di reati contabili e fiscali. Questo passaggio giudiziario scaturisce da una denuncia presentata da Miguel Zorío, ex vicepresidente del club attualmente alla guida di un movimento dissidente denominato “Marea Valencianista”. E al centro della denuncia stanno i due soggetti che secondo l’intero mondo valencianista sono gli artefici del progressivo sfacelo sportivo e economico del club: Peter Lim, il miliardario singaporiano che da maggio 2014 è proprietario del club tramite il veicolo Meriton Holdings; e Jorge Mendes che, dal momento in cui Lim ha preso possesso del club, ha agito per lunghi periodi come se fosse titolare del ramo d’azienda dedicato al trasferimento di calciatori. La denuncia di Zorío mette a fuoco un rapporto fra Lim e Mendes che è di lunga data e va ben oltre gli affari. Il miliardario singaporiano è infatti compare d’anello del super-agente. Quando nell’agosto del 2015 sono state celebrate a Oporto le nozze kolossal fra Jorge Mendes e Sandra Barbosa (con rito religioso, la coppia era già unita da dieci anni con rito civile), Peter Lim è stato testimone dello sposo. Un sigillo al legame personale fra i due che, stando alle inchieste giornalistiche, risalirebbe al tempo dei chiacchierati fondi Quality Sports Investments, con sede legale in Irlanda, specializzati nell’acquisizione di diritti economici di calciatori secondo la formula della Third Party Ownership (TPO) messa definitivamente al bando dalla Fifa a partire dal 1° maggio 2015.

Di sicuro i due hanno agito di concerto quando a gennaio 2014  il fondo Meriton Holdings acquisì i diritti di due calciatori del Benfica, Rodrigo e André Gomes (quest’ultimo era assistito allora da Gestifute), girandoli nell’estate 2014 al Valencia dopo l’acquisizione del club da parte di Lim. Da quel momento è partito un primo periodo di fuochi d’artificio, con Lim che pareva intenzionato a investire in modo massiccio nel club e Mendes che stava al centro di ogni manovra di calciomercato, piazzando un esercito di calciatori suoi e intermediando anche transazioni in cui non aveva alcun motivo di entrare. Ma il periodo espansivo si è chiuso presto, con Lim che repentinamente ha preso a disinvestire per motivi mai chiariti. Tanto più che negli ultimi anni il magnate di Singapore non si fa nemmeno più vedere a Valencia e infligge a persone di fiducia l’incarico di affrontare le ire della piazza.

Fra i motivi del malcontento popolare c’è il pesante lascito delle tante sessioni di calciomercato orchestrate da Mendes secondo un criterio giudicato maggiormente attento alle esigenze proprie che a quelle della squadra. È stato anche necessario che per lunghi periodi il superagente portoghese mollasse la presa sul club per sottrarre un argomento al malcontento della tifoseria. Ma poi la scorsa estate, in un momento di caos totale, Lim ha deciso di riaffidargli il timone. E la prima mossa di Mendes è stata portare sulla panchina valenciana un suo assistito, Gennaro Gattuso. Risultato: Gattuso si è dimesso a fine gennaio. Sul campo la squadra sta conquistando una faticosa salvezza e intanto la magistratura locale ha deciso che sì, è proprio il caso di andare a guardare la gestione dei trasferimenti condotti sotto la regia dei due compari d’anello.

Qui Lisbona

Domani è un altro giorno. Di perquisizioni. Il mercoledì 17 maggio tocca alla polizia giudiziaria portoghese andare a guardare l’allegra gestione del mercato dei trasferimenti fatta dalle tre grandi del calcio portoghese: Benfica, Porto e Sporting Portugal. Viene condotta una serie di perquisizioni che oltre ai club tocca calciatori, avvocati, commercialisti. E fra i calciatori fatti oggetto di perquisizione c’è anche Gonçalo Guedes, che fra i clienti di Jorge Mendes ha un curriculum emblematico.

Passa dal Benfica al Paris Saint Germain (società in buoni rapporti con Gestifute), che però se ne fa praticamente nulla e lo cede a chi? Al Valencia, ovviamente. Che poi nell’estate 2022 lo gira a un altro club di strettissima osservanza mendesiana, i Wolverhampton Wanderers. La cui proprietà è della holding cinese Fosun, che a sua volta ha investito tramite la controllata Foyo in Start, il veicolo di controllo di Gestifute e di Polaris (quest’ultima è il braccio di Gestifute specializzato in comunicazione e diritti d’immagine). Adesso i Wolves mendesizzati stanno replicando la traiettoria del Valencia mendesizzato: finito il periodo dei giochi pirotecnici arriva quello degli stenti. Ne viene coinvolto anche Gonçalo Guedes, che a gennaio viene girato in prestito al Benfica. Praticamente torna nel club da cui era partito.

Nell’estate 2021 l’attaccante era stato in procinto di passare alla Fiorentina, assieme a un altro cliente di Mendes (Sérgio Oliveira) e su richiesta di Gennaro Gattuso. Poi però avvenne un litigio clamoroso fra Mendes e il direttore generale viola, Joe Barone, da cui derivarono le dimissioni dell’allenatore quando ancora non era nemmeno iniziato il ritiro precampionato della squadra. Adesso i trasferimenti dell’attaccante sono oggetto d’attenzione sia sul versante spagnolo che su quello portoghese. E chissà cosa potrebbe emergere dall’incrocio delle informazioni.

L’allievo che scippa il maestro

Per Mendes sembra debbano tornare i giorni da incubo del 2017, quando una vasta indagine per frode fiscale della magistratura spagnola, scatenata dalle rivelazioni del whistleblower Rui Pinto tramite l’operazione Football Leaks, toccò numerosi suoi clienti (compreso Cristiano Ronaldo, che nei mesi scorsi ha sciolto il rapporto con Gestifute per affidarsi all’amico Ricardo Regufe).

In quell’occasione Mendes ne uscì pulito poiché i clienti si assunsero la responsabilità delle disinvolte operazioni di offshoring sui diritti d’immagine. Ma la prospettiva di rivivere quella stagione è raggelante. Anche perché da allora il superagente portoghese aveva risalito la china del potere, tanto da riallacciare rapporti con club che gli avevano chiuso le porte (in primis il Chelsea). E invece adesso tornano le notizie negative. Fra le altre, anche la prospettiva che Deco, il brasiliano naturalizzato portoghese che da calciatore è stato cliente di Mendes, metta in discussione il rapporto col Barcellona. Dopo aver chiuso la carriera agonistica Deco ha intrapreso quella da agente, sotto l’ala di Mendes. Ma poi si è messo in proprio, costituendo l’agenzia D20. Che a sua volta ha un rapporto stretto con una holding londinese denominata Panther Sports Enterprises. Dai documenti societari di Panther si scopre traccia di gestione dei diritti economici di calciatori.

In questi giorni Deco viene dato come possibile direttore sportivo del Barcellona, che con Mendes ha un rapporto privilegiato. Ovviamente l’ex calciatore dovrebbe lasciare il mestiere da agente, ma figurarsi se non trova l’escamotage. In fondo, dal maestro ha imparato tutti i trucchi del mestiere. E grazie a questa abilità potrebbe ritorvarselo davanti, in un’ipotetica trattativa, giocando su una posizione di forza. Ecco, far le tante ipotesi, questa Mendes non se la sarebbe proprio immaginata. Un altro indizio di tempi che potrebbero svoltare di nuovo in senso negativo.

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