Come c’era finita quell’auto nel fiume? E soprattutto dov’era scomparsa? E chi c’era a bordo? Per 26 ore, dal 23 dicembre alla giornata della Vigilia, i vigili del fuoco hanno cercato di risolvere il mistero e di trovare un’auto inghiottita dall’Adige, all’altezza di Rovereto, in Trentino. Alcuni testimoni l’avevano vista inabissarsi e c’era anche chi aveva scattato una foto. C’era chi giurava di avere visto a bordo, intrappolate, delle persone che chiedevano aiuto: ma l’auto sembrava scomparsa, introvabile sul fondale del fiume. 

Nel frattempo un uomo aveva denunciato la scomparsa della moglie e di uno dei tre figli, facendone intuire l’epilogo. Nel tardo pomeriggio della vigilia, dopo più di un giorno, l’auto è stata infine trovata e poi recuperata: a bordo, intrappolati, c’erano una donna di 69 anni e il figlio di 27, morti affogati.

Senza motivo

Come racconta il quotidiano locale il Dolomiti, in quel punto l’Adige raggiunge anche i 18 metri di profondità. Le correnti sono fredde e molto forti. Recuperare l’auto non è stato semplice e il mistero non è stato ancora svelato del tutto. Gli uomini della scientifica stanno cercando di ricostruire gli ultimi istanti della donna e del figlio. L’ipotesi è che l’auto sia sbandata, mentre stava percorrendo un ponte che separa Isera da una sua frazione, non lontano da Rovereto.

Sulla strada non ci sono però tracce di frenata. Chi sta indagando, scrivono ancora i giornali locali, non esclude due ipotesi: il malore o il suicidio. Alla guida c’era la madre. Forse solo con l’autopsia si potrà passare dalle ipotesi alle certezze.

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