Incarichi e nomine: La rete di Galvagno da Paternò all’Ars

«Zio, sono uno più cretino dell'altro». Agli atti dell'inchiesta che in Sicilia ha travolto il presidente dell'Ars Gaetano Galvagno ci sono storie che, seppure non siano confluite nelle contestazioni fatte dalla procura di Palermo, aiutano a tratteggiare il mondo che ruota attorno al pupillo di Ignazio La Russa. Una di queste vede protagonista un avvocato di Paternò, la cittadina del Catanese regno di La Russa e in cui è cresciuto anche Galvagno. Il primo a fare il nome del professionista è Mimmo Galvagno, zio di Gaetano con un passato da assessore e consigliere provinciale. Per la guardia di finanza si tratta di una segnalazione che avrebbe lo scopo di procurargli un incarico. È la tarda primavera dello scorso anno quando Giorgia Galvagno – sorella del presidente dell'Ars, non indagata – chiama lo zio per informarlo della possibilità di piazzare l'avvocato da qualche parte. «Zio, ascoltami. Mi avevi girato tu un nome. Glielo sto dando direttamente, se ne va a Palermo», dice la donna. Giorgia Galvagno parla al plurale: i nomi segnalati dallo zio sono due. Caos siciliano in FdI, la difesa di Messina: «Non sono indagato, ma sono stato emarginato» «Non c'è problema, possono collaborare con un contratto normale, però mi devi dire tu se glielo vuoi dire prima. Prima che li faccio chiamare», spiega la sorella del presidente. La richiesta rivolta allo zio nasce dalla volontà di evitare possibili imbarazzi. «Onde evitare che poi questi dicono “no, no, io a Palermo non volevo”. Chiamerà direttamente il capo di gabinetto per convocarli per il contratto, però è chiaro che devono dare la disponibilità, se no io inserisco altri due», sottolinea la donna. Nel giro di poche telefonate la triangolazione tra i Galvagno e i professionisti di Paternò fa passi in avanti, nonostante qualche intoppo: «Sono uno più cretino dell'altro, mi devi mandare i curriculum – sbotta Giorgia Galvagno – Fatteli girare, se no li chiamo io, perché sono uno più pazzo dell'altro». In un'altra telefonata la donna chiarisce: il fratello è disposto ad andare incontro alle richieste dello zio. Ma serve accortezza. «Mi ha detto Gae: se vuoi un altro nome glielo puoi dare, però non devono essere parenti, quindi se ti serve, daccene un altro insieme a lui, che lo mette», dice Giorgia Galvagno. Dal sito dell'Ars emerge che l'incarico promesso è stato assegnato: pochi giorni dopo le telefonate, Gaetano Galvagno ha stipulato un contratto della durata di quattro mesi a favore del professionista segnalato dallo zio. Da Nord a Sud le inchieste scuotono la politica: cosa sta succedendo in Calabria, Sicilia, Marche e Lombardia «Sono nomine fiduciarie fatte sulla base delle competenze», replica a Domani il presidente dell'Ars. Alla domanda se questo tipo di dinamiche possano favorire il consolidamento del consenso verso se stesso o persone a lui vicine, Galvagno commenta: «Per un affidamento di cinquemila euro lordi? Mi sembra alquanto ridicolo solo il pensiero». Dal momento in cui è stato eletto presidente del parlamento siciliano, Galvagno ha affidato una ventina di incarichi. La maggior parte ha come causale «consulenza in materia istituzionale», in altri il contributo ha riguardato la «materia politico-economica». In totale la spesa fin qui è stata di circa 90mila euro. Tra i beneficiari, cinque arrivano da Paternò. Tra quelli che provengono da altre parti della Sicilia c'è un avvocato di 35 anni che è fratello di colei che nelle carte dell'indagine è citata come Donna 1. Quest'ultima è descritta come una delle persone più vicine a Galvagno, al punto da essere a conoscenza dei rapporti tra Marianna Amato, l'organizzatrice di eventi indagata per corruzione e il suo principale sponsor: l’ex meloniano Manlio Messina. A sottolineare l'importanza di Donna 1 era anche Sabrina De Capitani, la portavoce di Galvagno che avrebbe visto in lei la persona giusta per intercedere addirittura presso l'ex capo del Coni e presidente del comitato olimpico Cortina 2026, Giovanni Malagò. L’indagine su Fratelli d’Italia in Sicilia, chiuso il filone principale: tutte le accuse a Galvagno, il delfino di La Russa La vicinanza di Galvagno a Donna 1 viene messa a fuoco anche dalla guardia di finanza. Ricostruendo un'intercettazione in cui litiga con un uomo che aveva lavorato a un evento finanziato dell'Ars, le Fiamme Gialle scrivono: «Donna 1 gli dice di non aver detto nulla a Galvagno, ma che lui saprebbe già tutto e che lei per evitare di metterlo in cattiva luce e fargli saltare lavori, situazioni, rapporti interpersonali non gli avrebbe detto nulla». Per il presidente dell'Ars, tuttavia, la conoscenza con Donna 1 e l'incarico dato al fratello di lei non sarebbero correlati: «Nella scelta di affidare la consulenza all’avvocato non ha influito il rapporto di amicizia con la sorella».