«In regione Lazio il ciclo dei rifiuti era governato illecitamente da Flaminia Tosini», scrive il giudice Annalisa Marzano del tribunale ordinario di Roma, nell’ordinanza che ha portato agli arresti domiciliari Flaminia Tosini, direttore regionale della direzione politiche ambientali e ciclo dei rifiuti della regione Lazio e Valter Lozza, editore di giornali locali e amministratore delle società “Ngr Srl” e “Mad Srl”, impegnate nel settore dello smaltimento dei rifiuti.

I due sono agli arresti domiciliari per concussione, corruzione e turbata libertà di procedimento di scelta del contraente. C’è un pezzo di storia decennale di potere imprenditoriale e rifiuti nelle carte dell’inchiesta, un potere governato da Flaminia Tosini. 

Sono state perquisite dai carabinieri del nucleo operativo ecologico le sedi delle società riconducibili dell’imprenditore e gli uffici della dirigente presso la regione. 

La dirigente era a capo di ben 8 aree e ha finalizzato l’attività del proprio ufficio, ricostruisce il giudice, a favorire Walter Lozza con il quale intratteneva una relazione extraconiugale.

Le intercettazioni hanno permesso di svelare come la Tosini si «dedicasse anima e corpo per agevolare l’attività imprenditoriale del Lozza grazie al suo ruolo apicale ricoperto nella regione Lazio, garantendogli ingenti guadagni e accettando doni elargiti dal Lozza». 

Dalle indagini é emerso il totale asservimento delle funzioni pubbliche dell’indagata agli interessi privati di Lozza in cambio di regalie e favori.

Un settore centrale, quello dei rifiuti, perché riguarda la salute pubblica, ma anche enormi interessi in gioco. Il 25 giugno 2020 i due parlano del conferimento delle terre del cantiere di Civitavecchia che la Mad di Lozza aveva conferito nella discarica commissariata di Bracciano.

Lozza leggeva una notifica sul telefono a voce alta: «Bonifico regionale saldo periodo gennaio-marzo 665mila euro». La Tosini rispondeva: «I soldi, ti sono arrivati i soldi miei!». Il Lozza chiedeva conferma «665mila euro?» e la Tosini : «La terra amore».

Il Lozza informava poi la Tosini di un altro pagamento di denaro di cui entrambi potevano beneficiare: «Sai ha pagato HCS due milioni e otto .. e amore con tutti questi soldi dove scappamo co tutti sti soldi... non mi servono ad un cazzo tutti questi soldi..ti posso assicurare». La Tosini lo rassicurava: «Vabbe li tieni da parte.. qualcosa ci farai», e Lozza: «Ci Faremo». Soldi che venivano dalla regione Lazio per le aziende di Lozza frutto dei preziosi risultati ottenuti da Tosini. 

Le accuse 

La Tosini avrebbe compiuto atti plurimi in violazione del principio di astensione e imparzialità del suo ufficio in merito a diverse questioni ambientali. Nelle carte dell’inchiesta viene citato l’ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi (bacino V) del comune di Roccasecca, in provincia di Frosinone, così come l’approvazione di modifiche non sostanziali all’Aia (autorizzazione ambientale integrata) della discarica di Ponte Malnome, a Roma.

Secondo la pubblica accusa, l’inchiesta è coordinata dal procuratore Paolo Ielo, Tosini avrebbe indotto l’imprenditore Daniele Piacentini  a cedere aree di cui era proprietario alla società NGR di Lozza prospettando a Piacentini l’ipotesi dell’esproprio. Tosini da Lozza ha ricevuto oggetti preziosi consistenti in oggetti di valore, quali borsa, orologio, bracciale Cartier e orecchini.

La regione Lazio ha sospeso Tosini pur ringraziandola per il lavoro svolto: «Abbiamo appreso dagli organi di stampa la notizia della misura di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti della direttrice regionale Flaminia Tosini, responsabile della Direzione Politiche ambientali e Ciclo dei rifiuti. Come previsto dal regolamento regionale, la dirigente è stata sospesa dal suo incarico in attesa di conoscere gli sviluppi dell'inchiesta avviata dalla Procura di Roma. Esprimiamo fiducia nell'azione della magistratura, auspicando che si faccia rapidamente luce su questa vicenda, e rinnoviamo l'apprezzamento nei confronti della direttrice Tosini, che saprà chiarire la correttezza del suo operato nel rispetto delle proprie funzioni».


 

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