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Inchiesta Covid, Fontana sapeva degli scenari catastrofici sui contagi. Il verbale che smonta la sua versione

LaPresse
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  • I magistrati della procura di Bergamo hanno sentito centinaia di testimoni oltreché raccolto una mole impressionante di documenti, chat, messaggi e mail. Tra i verbali utili a ricostruire la gestione della prima fase della pandemia in Lombardia c’è quello di Alberto Zoli, direttore Generale dell'Azienda Regionale Emergenza Urgenza (AREU).

  • Il dirigente, infatti, è stato membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) costituito dal governo di Giuseppe Conte sia parte attiva nella task force istituita da regione Lombardia. Testimone diretto, dunque, delle scelte regionali e nazionali fatte a partire dalla fine di febbraio 2020, un periodo centrale, in cui il virus sconosciuto ha potuto circolare liberamente, senza trovare particolari restrizioni.

  • La testimonianza di Zoli raccolta dai magistrati di Bergamo rivela che gli scenari catastrofici erano stati resi noti dopo il 21 febbraio 2020 ai vertici regionali nell’ambito dell’unità di crisi. Una dichiarazione agli atti che smentisce la narrazione di Attilio Fontana, presidente della regione Lombardia, il quale ha sempre sostenuto di non aver mai ricevuto informazioni in merito a questi dati. Scenari che avrebbero dovuto far scattare cautele maggiore, invece il 28 febbario Fontana scriverà a Roma chiedendo di mantenere le misure già in atto, più blande rispetto a una possibile zona rossa. Il virus ha così circolato liberamente ancora per una settimana. 

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