La sentenza consente l’aborto solo in casi di stupri, violenza o pericolo per la salute della donne incinta.
Da questa mattina è in corso un sciopero in Polonia convocato contro la sentenza della Corte costituzionale del paese che ha vietato l’aborto anche in caso di malformazione del feto. L’approvazione della misura, avvenuta giovedì scorso, ha scatenato le proteste dell’opposizione all’esecutivo polacco e delle associazioni che difendono i diritti delle donne. La sentenza della corte restringe ancora fortemente il diritto all’aborto nel paese consentendone, di fatto, la pratica solo in casi di stupri, violenza o pericolo per la salute della donne incinta.
Lo scontro di ieri
Martedì durante il dibattito parlamentare sul tema i toni sono stati molto accesi. Il primo ministro, Mateusz Morawiecki, ha infatti paragonato il simbolo delle proteste pro-aborto alle rune delle Ss naziste. La frase del capo del governo ha sollevato una fortissima reazione dell’opposizione tanto che lo speaker del parlamento, Ryszard Telecki, ha dovuto chiamare le guardie per proteggere il leader del partito al governo, Diritto e Giustizia (PiS), Jaroslaw Kaczynski, dagli attacchi degli oppositori. I membri dell’opposizione hanno intonato slogan dicendo: «Questa è guerra!». Il primo ministro ha invocato l’uso dell’esercito per porre fine alle proteste.
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