Il parlamento, con il favore del governo, si prepara ad abolire la necessità di fare un tampone per uscire dall’isolamento per positività al Covid-19. Nel frattempo, i casi di positivi restano stabili e i decessi proseguono al ritmo di poco meno di cento al giorno.

La norma che elimina la necessità di fare un tampone per uscire dall’isolamento è contenuta in quello che ormai è stato ribattezzato “decreto legge Rave-Covid”, la cui conversione in legge è in discussione al Senato. In un emendamento proposto dal presidente della commissione Sanità Franco Zaffini di Fratelli d’Italia, approvato ieri e citato dall’agenzia Public Policy, viene abrogata la disposizione che stabiliva la fine dell’isolamento in seguito «all'esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare».

In teoria, questo significa che dopo cinque giorni dal test che rileva la positività al Covid-19 sarà possibile uscire dall’isolamento. Ma una nota del senatore Zaffini specifica che ulteriori dettagli andranno precisati da una circolare del ministero della Salute. La norma infatti non precisa cosa succede nel caso in cui dopo cinque giorni siano ancora presenti dei sintomi. Con ogni probabilità l’eventuale circolare stabilirà regole più rigide di isolamento anche per il personale sanitario e gli operatori delle Rsa.

La norma e la necessità di prevedere eccezioni per personale sanitario e persone fragili era già stata anticipata dal ministro della Salute. «I pazienti asintomatici positivi al Covid, dopo 4 o 5 giorni, credo si possano far tornare all'attività normale. Anche chi ha una sintomatologia lieve può tornare prima, dopo almeno 24 ore di assenza di febbre, magari con qualche precauzione come la mascherina, per proteggere i più fragili», aveva detto Schillaci lo scorso 16 novembre, per poi ribadirlo di nuovo questa settimana.

Una volta approvato dal Senato, il decreto Rave-Covid dovrà passare alla Camera per la definitiva conversione in legge.

Il contesto internazionale

Nei mesi precedenti, quasi tutti i principali paesi europei hanno approvato norme simili per quanto riguarda tamponi ed isolamento e prevedono tutti eccezioni per personale sanitario, persone che lavorano in luoghi a rischio o particolarmente vulnerabili alla malattia. In Francia, l’isolamento termina automaticamente dopo sette giorni, riducibili a cinque in caso di tampone negativo e assenza di sintomi nelle precedenti 48 ore. In Germania l’isolamento termina dopo cinque giorni. Alle persone con sintomi viene «fortemente consigliato» di attendere la completa guarigione anche oltre i cinque giorni di isolamento obbligatori. Personale sanitario e altre categorie a rischio devono presentare un test negativo per riprendere a lavorare. Il Regno Unito ha messo fine a tutte le restrizioni Covid alla fine dello scorso febbraio. Non è quindi necessario isolarsi nemmeno in caso di positività e in presenza di sintomi. Anche in Spagna, dalla fine dello scorso marzo, non è più obbligatorio l’isolamento in caso di contagio asintomatico o in presenza di sintomi «lievi».

Il Covid in Italia

La situazione dei casi di Covid in Italia è sostanzialmente stabile da circa un mese, con una media settimanale di circa 32mila nuovi casi al giorno. Da novembre, il governo ha deciso di non diffondere più dati giornalieri sull’epidemia, ma soltanto settimanali (oggi saranno diffusi quelli tra la settimana tra l’8 e il 15 dicembre). I decessi sono in lieve ma costante aumento dallo scorso mese e nell’ultima settimana per cui sono disponibili i dati si aggiravano poco sotto i cento al giorno. In aumento anche i posti occupati nelle terapie intensive. Erano 232 all’inizio di novembre, saliti a 335 nell’ultime rilevazione.

Le altre decisioni

Il decreto rave, che inizialmente prevedeva un aumento delle pene per chi organizza e partecipe a feste non autorizzate, è ormai diventato un autentico decreto Covid. Oltre alla norma sui tamponi e l’isolamento e quella che autorizza il reintegro degli operatori sanitari che hanno rifiutato il vaccino, il decreto ora contiene anche la sospensione delle «attività e i procedimenti di irrogazione» delle multe per chi non si è vaccinato fino al prossimo 30 giugno. La decisione è stata introdotta con un emendamento del leghista Massimiliano Romeo, scrive sempre Public Policy.

Un altro emendamento cancella l’obbligo di presentare il green pass per entrare nei reparti di degenza degli ospedali, nelle sale d’attesa dei pronto soccorso, dove si poteva entrare come accompagnatori, ma non si poteva restare, e infine nelle Rsa. Abolita anche la necessità di green pass per le uscite temporanea dalle strutture da parte di ospiti di strutture per anziani e lungodegenti. Infine, viene dimezzato il periodo di autosorveglianza i contatti dei positivi. I giorni in cui sarà obbligatorio indossare la mascherina Ffp2 vengono ridotti da dieci a cinque.

 

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