Mentre gli studenti manifestano contro stage e alternanza scuola/lavoro e per la mancanza di sicurezza in fabbriche e cantieri, protestano anche coloro che in quei luoghi dovrebbero garantire la sicurezza.

Venerdì 4 marzo, infatti, scenderanno in piazza gli ispettori del lavoro, contro la mancanza di perequazione dei loro stipendi e per gli scarsi investimenti che il governo ha previsto per il loro comparto.

«In un momento in cui i problemi che affliggono il mondo del lavoro richiederebbero il massimo impegno - hanno scritto i rappresentati di Cgil, Cisl e Uil in una lettera inviata alla direzione dell’ispettorato che Domani ha potuto vedere in anteprima - è paradossale che l’attenzione verso chi di questi problemi deve farsi carico sia tanto bassa da riservare loro un trattamento economico peggiore rispetto a quello riconosciuto al personale dei ministeri».

L’Ispettorato nazionale del lavoro è uno degli enti principali che si occupano della sorveglianza dei luoghi di lavoro, sia per quanto riguarda le norme di sicurezza che per quelle contrattuali. È affiancato, tra gli altri, da Inail, Inps e Asl.

Sotto organico

Gli ispettori sono oggi circa 4.500, circa duemila in meno dei 6.800 previsti a organico completo. Da tempo i sindacati della categoria lamentano il basso numero di personale che non permette loro di effettuare tutti i controlli necessari.

Il nuovo capo dell’ispettorato, il magistrato Bruno Giordano, scelto dal ministro del Lavoro Andrea Orlando, ha iniziato un’energica opera di riforma, accentrando sull’ispettorato tutta una serie di deleghe prima distribuite ad altri enti. I controlli sulla sicurezza, ad esempio, sono tornati ad essere centralizzati sotto la guida dell’ispettorato, mentre prima erano svolti sotto le Asl.

Giordano ha avuto anche la possibilità di assumere 2.300 nuovi ispettori del lavoro, abbastanza da riempire i vuoti di organico creati dai pensionamenti degli ultimi anni, ma non a sufficienza da consentire di adempiere al nuovo ruolo dell’ispettorato. Inoltre, l’ispettorato riceverà poco o nulla dal famoso Pnrr.

Per il ministero del Lavoro dovrebbe svolgere quattro “missioni” nella lotta al sommerso, nessuna delle quali è tra quelle finanziate. «Le nuove competenze senza veri investimenti da parte legislatore è stata per noi la goccia che fa traboccare il vaso», ha detto Michele Cavo, coordinatore nazionale degli ispettori della Cisl.

Per i sindacalisti come Cavo, la mancanza di aumenti, la scarsità di investimenti e assunzioni fanno parte dello stesso problema. «Non vogliamo contestare sempre per forza, la regia unica dei controlli sotto l’ispettorato è una cosa utile, ma servono anche investimenti in personale e strumenti. E servono anche buoni stipendi per attrarre le professionalità. Con 1.400 euro di stipendio, non tutti i laureati con master di cui abbiamo bisogno resisteranno a lungo nella nostra amministrazione».

 

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