«Nel periodo 30 dicembre 2020 - 12 gennaio 2020, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,97, in diminuzione dopo cinque settimane di crescita; e sotto uno, anche se con un limite superiore dell’intervallo di credibilità sopra uno». Questo quanto si legge nella bozza del monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità sull'emergenza Covid-19. E di fronte ai nuovi dati il ministero della Salute non esclude nuove ordinanze a breve, la Lombardia infatti ha ottenuto l’ok alla rettifica.

Il caso Lombardia

La Lombardia sarebbe finita in zona rossa sulla base dei dati che la Regione ha inviato alla Cabina di Regia la settimana scorsa e che nelle ultime ore ha aggiornato. Con una nota nella giornata di ieri, la Regione aveva fatto sapere di aver inviato una serie di «dati aggiuntivi» per «ampliare e rafforzare i dati standard trasmessi nella settimana precedente». In base all'ultimo monitoraggio, la Lombardia ha un Rt medio a 0,82 (0,78-0,87), che le permetterebbe di uscire dalla zona rossa. Alla «luce di questa rettifica si rende necessaria una rivalutazione del monitoraggio» ha stabilito l'Istituto superiore di sanità in una relazione tecnica. La notizia è stata data dal Tgr Lombardia.

Nelle scorse ore, nonostante i precedenti dati provenissero dalla regione Lombardia come i nuovi, il presidente Attilio Fontana ha attaccato il governo: «La Lombardia deve essere collocata in zona arancione. Lo evidenziano i dati all'esame della Cabina di regia, ancora riunita. Abbiamo sempre fornito informazioni corrette. A Roma devono smetterla di calunniare la Lombardia per coprire le proprie mancanze».

Incidenza nazionale

In generale si è osservata una lieve diminuzione dell'incidenza a livello nazionale negli ultimi quattordici giorni (339,24 per centomila abitanti dal 4 gennaio 2021 al 17 gennaio 2021 contro 368,75 per 100mila abitanti dal 28 dicembre 2020 al 10 gennaio 2021). «Sebbene questa settimana il dato di incidenza settimanale non sia pienamente confrontabile con la settimana scorsa - si precisa nel documento - il fatto che sia in diminuzione anche tenendo conto dei casi diagnosticati anche con test rapido antigenico è un segno di miglioramento epidemiologico».

Regioni a rischio alto

«Complessivamente, sono 4 le regioni e province autonome con una classificazione di rischio alto (erano 11 la settimana precedente): Sicilia, Sardegna, Umbria e provincia autonoma di Bolzano». Sono 11 invece quelle a rischio moderato (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Pa di Trento, Puglia, Valle d'Aosta, Puglia e Veneto) e 6 con rischio basso (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria e Toscana)». I dati sono relativi alla settimana dall'11 gennaio al 17 gennaio. «Sicilia e Puglia hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2. Le altre hanno un Rt puntuale compatibili con uno scenario tipo 1», conclude il report. «Questa settimana si osserva un miglioramento del livello generale del rischio, sebbene siano ancora 9 le Regioni e Province autonome a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile o ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane».

I reparti di terapia intensiva

«Sono 12 le Regioni e Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva o in aree mediche sopra la soglia critica (stesso numero della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sceso sotto la soglia critica (30%)» si legge ancora. La tendenza a livello nazionale «sottende forti variazioni inter-regionali con alcune Regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica e il relativo impatto, uniti all'incidenza, impongono comunque misure restrittive». L'epidemia «resta in una fase delicata e un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale. Tale tendenza a livello nazionale sottende infatti forti variazioni inter-regionali, con alcune Regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica e il relativo impatto, uniti all'elevata incidenza, impongono comunque incisive misure restrittive».

Invece «per la regione Umbria e per la provincia autonoma di Bolzano, classificate a rischio alto per la terza settimana consecutiva, si prevedono specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale». 

© Riproduzione riservata