«A Salvatore, Falcone&Borsellino, Pizza-Pasta-Insalata» si legge sul sito di una pizzeria di Francoforte, e sulla homepage uno sfondo nero con un foro di proiettile. Per il tribunale di Francoforte sul Meno va bene, perché tanto ormai sono passati quasi trent’anni dalla loro scomparsa, e usarli per pubblicizzare la pizza non è lesivo della loro memoria, inoltre li conoscono solo «i criminologi». Si legge nella sentenza depositata il 25 novembre che dà torto alla ricorrente, Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia nel 1992. Per i giudici tedeschi infine, nonostante sia l’unica erede, non ha diritto di contestare la pizzeria. Appresa la notizia, il ministro della giustizia Alfonso Bonafede si prepara a ricorrere in giudizio «In Italia e in Germania», questa, ha scritto su Facebook è «una grave e inaccettabile offesa».

La sentenza

Maria Falcone, si legge nella sentenza, «come erede di Giovanni Falcone non può riferirsi al diritto del fratello ad un nome - come probabilmente non è mai successo - perché il diritto ad un nome scade con la morte del portatore del nome». Inoltre «la tutela degli elementi intangibili del diritto personale post mortale non termina dieci anni dopo la morte, ma diminuisce con il passare del tempo e l’affievolimento della memoria del defunto».

La loro memoria per il tribunale tedesco ormai riguarda «i criminologi» ed è una questione «italiana». Ma soprattutto superata: «Giovanni Falcone è morto nel 1992, quindi sono passati circa 28 anni dalla sua morte. Quasi 30 anni fa, il tema "Lotta alla mafia" era sotto gli occhi di tutti. Oggi non è più così per il pubblico di riferimento».

Il pubblico della pizzeria, prosegue la sentenza, «è costituito da tutte le persone che visitano i ristoranti. A questo proposito, non è possibile fare affidamento sulla reputazione e sull'importanza di cui Giovanni Falcone gode ancora oggi nella cerchia dei procuratori e dei criminologi - come hanno sottolineato i ricorrenti -. Nella valutazione si deve anche tener conto del fatto che l'opera di Giovanni Falcone si svolse principalmente in Italia».

Il ministro Bonafede

Il ministro Bonafede in un post di Facebook ha detto che adesso interverrà l’Italia: «Andando oltre il solito triste, avvilente, e ignorante mix di spaghetti, scene de "il Padrino" e fori di proiettili finti nelle pareti» scrive, «non si tratta soltanto di palese e inequivocabile pessimo gusto ma di una grave e inaccettabile offesa alla memoria di due magistrati che hanno perso la vita per servire il nostro paese nella lotta a Cosa nostra».

Il ministro ha già dato incarico ai competenti uffici «di verificare le condizioni per promuovere le più idonee ed efficaci azioni giudiziarie, in Germania e in Italia, a tutela del prestigio dei giudici Falcone e Borsellino e, dunque, delle istituzioni italiane».

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