La Federazione Italiana Triathlon ha ufficializzato le convocazioni dei cinque azzurri che rappresenteranno il nostro Paese alle Olimpiadi di Parigi: Alice Betto, Verena Steinhauser e Bianca Seregni tra le donne; Gianluca Pozzatti e Alessio Crociani tra gli uomini. Riserve: Michele Sarzilla e Ilaria Zane.

I portacolori del DDS-7MP Triathlon Team al via dei Giochi saranno quindi due: Seregni e il cileno Gaspar Riveros, convocato dalla sua Nazionale la scorsa settimana. Una grande soddisfazione per tutta la squadra e lo staff tecnico, ma anche una delusione per l’inserimento di Michele Sarzilla tra le riserve.

Il bergamasco è stata una delle anime del progetto olimpico del DDS-7MP Triathlon Team. Approdato al triathlon professionistico a 30 anni (ora ne ha 36), con il suo 24° posto è il primo italiano nel ranking olimpico ed è l’azzurro che ha raccolto, negli ultimi due anni, i risultati migliori nelle competizioni internazionali.

La decisione federale di non inserirlo tra i convocati, pur legittima in base al regolamento che assegna la slot olimpica alla nazione e non al singolo atleta, ha suscitato perplessità. 

«Sono orgoglioso del lavoro fatto e dei risultati raggiunti dagli allenatori e dagli atleti della mia squadra durante i due anni di qualificazione olimpica – ha commentato Luca Sacchi, presidente del DDS-7MP Triathlon Team – . Al tempo stesso non posso che essere profondamente amareggiato per la convocazione di Michele Sarzilla come riserva olimpica e non come primo degli azzurri, contrariamente a quanto i risultati delle gare raccontano. Non voglio elencare quanto lo sport sia capace di insegnare ma sottolineare unicamente che accettare le sconfitte da un avversario migliore fa parte di questo elenco. Peccato che Sarzilla sia sempre stato davanti a chi prenderà il suo posto, fatta eccezione per la World Triathlon Cup di Roma del 2023. Con questa scelta, ufficializzata da un comunicato a mezzo sito internet, dopo una videocall su whatsapp, non programmata e mal organizzata, la Federazione, nella persona del suo presidente, del direttore tecnico e del direttore sportivo, certifica una pochezza umana che tengo a segnalare e che accompagna di pari passo una decisione perlomeno discutibile».

Tra le reazioni quella dell’ultracyclist Omar Di Felice sui social: «Difficilmente mi espongo su questo tipo di scelte, ma questa è davvero vergognosa. Il ranking a cosa serve? A usare i ragazzi per acquisire punteggi e slot salvo poi lasciarli in panchina? Avete scelto di mettere in panchina il nostro miglior italiano, è assurdo! Non c’è una logica! Miglior italiano secondo il ranking e i risultati degli ultimi anni, almeno abbiate la decenza di dare una spiegazione mettendoci la faccia».

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