La destra al governo vive da sempre un idillio amoroso con le associazioni antiabortiste, non solo italiane. E, se l’Europa dà i primi segni di un cambio di direzione rispetto ai diritti riproduttivi, il governo colpisce duro contro il diritto di autodeterminazione delle donne, usando in tono strumentale e di propaganda politica il tema della maternità. In un clima ostile contro le donne, il governo da tempo tesse relazioni personali e politiche con movimenti antiabortisti e cattolici, che molto hanno a che fare con le proposte di legge che tentano di far passare in parlamento.

Fratelli oscurantisti

Isabella Rauti, senatrice di Fratelli d’Italia, sfilava nelle manifestazioni contro l’aborto dichiarando: «Per noi la Marcia per la vita è un appuntamento fisso e al quale abbiamo sempre partecipato aderendo, come previsto dagli organizzatori, senza simboli di partito. Una presenza per ribadire le nostre posizioni e una scelta di fondo, quella “Dalla parte della vita, sempre”, come recita lo striscione con cui abbiamo sfilato. La vita è sacra e come tale va difesa e tutelata, dal momento del concepimento fino al suo termine naturale». Il deputato di Fratelli d’Italia Lorenzo Malagola, nel suo sito, dichiara di avere con l’associazione antiaboratista Pro vita & famiglia”, un «legame» e un’amicizia «operativa».

Si dichiara precursore di un «conservatorismo latino che ha una base cattolica, per tradizione e per aspirazione universale». Tutto questo prima di far passare al Senato, all’interno del Pnrr e con il sostegno della ministra della Famiglia Eugenia Roccella, la norma che permette alle associazioni antiabortiste di entrare a gamba tesa nell’organizzazione dei servizi consultoriali. Roccella aveva infatti dichiarato «Ho imparato dal femminismo che l’aborto non è un diritto». Ovviamente non si parla solo di prese di posizione, ma di tentativi costanti di cambiare le leggi, come Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, che ha tentato di riproporre un disegno di legge per modificare l’articolo 1 del codice civile, in modo da anticipare l’acquisizione della capacità giuridica al momento del concepimento invece che al momento della nascita. Fratelli d’Italia, tramite Roberto Menia, ha presentato in Senato un disegno di legge sul riconoscimento giuridico del nascituro che va ad aggiungersi agli altri tre del centrodestra in materia. Altra proposta, presentata dal capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, prevede il riconoscimento del concepito come componente del nucleo familiare. Infatti dichiarò «La soggettività giuridica inizia dal concepimento».

E ancora un disegno di legge presentato al Senato dal capogruppo di Fratelli d’Italia Lucio Malan e dalla senatrice Isabella Rauti sollecita l’inserimento della “Giornata della vita nascente” per “valorizzare l’accoglienza di ogni nuova vita, incoraggiare e sostenere la scelta di diventare genitori”. Poi c’è l’europarlamentare Nicola Procaccini (FdI-Ecr), intervistato sul sito di Pro vita e famiglia in merito all’introduzione dell’aborto come diritto nella Carta costituzionale, invita a «non disperare» gli amici antiabortisti: «Dal recente referendum irlandese arrivano segnali incoraggianti, e anche l’Italia sembra avere maggiori anticorpi nei confronti di questa deriva antropologica».

Il presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana, assiduo frequentatore e sostenitore della Marcia per la vita, nel 2023 firmò una lettera come presidente della Camera, con tanto di timbri e sigilli di Stato, asserendo «Desidero il mio saluto più caloroso a tutti i partecipanti alla Manifestazione nazionale per la vita». La terza carica dello Stato, oltre ai suoi rapporti noti con Pro Vita & Famiglia, annovera anche rapporti con esponenti di Forza nuova (Fn): nel 2017 a Verona ha preso parte al convegno “Per una legittima difesa”, organizzato dal gruppo Fortezza Europa e all’evento “Family pride”, promosso sempre da Fn insieme ad altri circoli di estrema destra cattolica cittadina. Non ha mai fatto mancare il suo sostegno anche al movimento di estrema destra di formazione neofascista Alba dorata nel 2016, dichiarato dal tribunale di Atene nel 2020 una “organizzazione criminale“; ma anche ad associazioni russe ultracattoliche e conservatrici.

Contraccolpi

Non può mancare, nella lista, la presidente Giorgia Meloni, quella del «Sono una donna, sono una madre, sono cristiana», amica del primo ministro ungherese Viktor Orbán, padre del sovranismo europeo, che con lui vuole difendere «l’identità delle famiglie, Dio e tutte le cose che hanno costruito la nostra civiltà». Dai palchi e dalle manifestazioni del Congresso delle famiglie di Verona, la premier tuonava: «Difenderemo Dio, patria e famiglia», come d’altronde ha sempre fatto, a partire dalla sua storia di militanza dal Fronte della gioventù fino ai congressi di Atreju, da lei organizzato nel 1998, quando era la dirigente di spicco di Azione giovani. Dopo Forza Italia e Lega, tutti i gruppi della maggioranza hanno tentato di far passare, inutilmente, una proposta in materia, ma l’ultimo affondo nel Pnrr, con il “libera tutti” delle associazioni antiabortiste nei consultori, è il primo a essere passato al Senato.
Passi in avanti di politiche oscurantiste, che fanno preoccupare anche l’Europa, che ha richiamato l’Italia sul diritto alla pratica dell’aborto, tramite il portavoce della Commissione europea per gli Affari economici, Veerle Nuyts, che ha dichiarato «Ci sono altri aspetti che non sono coperti e non hanno alcun legame con il Pnrr, come ad esempio questa legge sull’aborto».

Insomma, il disegno che via via si sta delineando in Italia è quello di una destra al traino dei voti degli oltranzisti, che in tutti i modi cerca di virare le sue politiche su disegni conservatori, che lasciano indietro i nuovi diritti e calpestano le tutele acquisite, anche sul piano di salute e lavoro.

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