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La guerra tra pubblico e privato che ha generato il caos tamponi nel Lazio

LaPresse
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La regione ha cercato di tenere il tracciamento nelle strutture pubbliche, lasciando ai laboratori privati soltanto il primo test rapido, ma questo ha allungato i tempi e generato ingorghi

  • Il Tar del Lazio, sconfessando se stesso, ha annnullato l'ordinanza del presidente della Regione del 6 marzo scorso, e gli atti conseguenti, con cui erano state adottate previsioni relative all'esecuzione di esami molecolari per la ricerca del virus, istituendo la rete pubblica di laboratori altamente specializzati certificati dallo Spallanzani.
  • I Tar ha stabilito che «non esiste ragione sanitaria per cui l'esame non debba essere svolto da più soggetti possibili senza che ciò determini una sottrazione di risorse pubblici»
  • Finora , presso gli istituti accreditati, era possibile svolgere l'esame rapido al costo di 22 euro, mentre per quanto riguardava il test successivo in caso di esito positivo, toccava alle strutture stesse inoltrare il campione alle autorità sanitarie competenti.

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