Un Pallone d’Oro sporcato dai sospetti. Un club dell’élite europea e il suo plenipotenziario che, gira e rigira, sono sempre al centro di vicende opache. E un ruolo degli Kehlaïfiattori dell’informazione che non pare in linea coi doveri deontologici.

La storia denunciata dal sito francese di giornalismo investigativo Mediapart riguardo alle manovre che il Paris Saint Germain e il suo uomo (troppo) forte, Nasser Al-Kehlaïfi, avrebbero attivato per far aggiudicare il Pallone d’Oro 2021 a Lionel Messi, è soltanto parte di una trama più vasta. Perché c’è in ballo la questione, fin qui irrisolta, del club controllato da un fondo sovrano, che in quanto tale è capace di mobilitare forza politica, economica e diplomatica per mantenersi al di fuori delle regole. A questo schema si aggiunge un rapporto un po’ troppo promiscuo con mondo dell’informazione, che da questa vicenda esce malconcio comunque vada a finire. In particolare, una pesante ombra si proietta su una testata gloriosa come France Football, che il concorso del Pallone d’Oro lo ha inventato ma adesso dovrà fornire qualche spiegazione.

Va aggiunto che la “trama vasta” cui si accennava è composta di altri passaggi oscuri denunciati in questi giorni ancora da Mediapart riguardo a vicende che coinvolgono Al-Kehlaïfi. Che ormai si muove in Francia come se fosse circondato da una bolla di intoccabilità, e che se necessario è pronto a sfoggiare l’immunità diplomatica in faccia ai poliziotti che intendono compiere perquisizioni nel suo appartamento parigino. Che un soggetto così sia a capo dell’European Club Association (ECA) è cosa sulla quale riflettere molto seriamente.

Quell’articolo sgradito

Le rivelazioni sulla vicenda del Pallone d’Oro 2021 nascono dalle intercettazioni condotte dagli agenti dell’Inspection Générale de la Police National (Igpn) nel quadro di un’altra inchiesta, ancor più torbida, partita dalla denuncia del lobbista franco-algerino Tayeb Benabderrahmane, un tempo molto vicino ad Al-Kehlaïfi, poi caduto in disgrazia agli occhi del presidente e ceo del PSG. Una storia di presunti dossieraggi nella quale il committente ha finito per essere dossierato egli stesso dall’incaricato. Benabderrahmane sostiene di aver patito nel 2020 otto mesi di detenzione arbitraria in Qatar, durante i quali sarebbe anche stato sottoposto a torture, per essere infine liberato dopo aver restituito i dati sensibili raccolti su Al-Kehlaïfi.

Impegnati nelle indagini su questa vicenda, gli agenti dell’Igpn si sono imbattuti nelle intercettazioni che riguardano Lionel Messi e chiamano in causa un Mondo di Mezzo che connette la comunicazione ufficiale del Psg con il mondo dell’informazione francese. Tutto parte a settembre 2021. Dal mese precedente Lionel Messi è approdato al Psg, ciò che contribuisce a rinvigorire l’euforia intorno a un club perennemente in lotta per accrescere il proprio prestigio internazionale. Ma a rovinare la festa giunge un articolo del quotidiano L’Équipe, che rivela gli esagerati dettagli finanziari contenuti nell’accordo fra il Psg e il fuoriclasse argentino. In particolare, suscita scandalo il “premio fedeltà” che porterebbe l’argentino a incassare fino a 40 milioni di euro in caso di permanenza a Parigi oltre il secondo anno.

L’articolo de L’Équipe fa infuriare sia Messi e il suo contorno, sia il Psg. Così scatta immediatamente il contrattacco. Viene mobilitato il potente responsabile delle comunicazioni, Jean-Martial Ribes. Questi coinvolge a sua volta Pascal Ferré, redattore capo di France Football. E qui parte l’intreccio promiscuo fra settore della comunicazione istituzionale di club e mondo dell’informazione.

Le porte girevoli

France Football fa capo allo stesso gruppo editoriale dell’Équipe (Amaury Groupe) e nei mesi precedenti ha pubblicato dei servizi sul Qatar, in vista del mondiale 2022 nell’emirato. Quegli articoli, pubblicati fra luglio e agosto 2021, sono il frutto di un viaggio compiuto da Pascal Ferré. Raccontano il mondiale qatariota e la figura di Al-Kehlaïfi con tratti estremamente positivi. L’articolo di Mediapart svela che il giornalista di France Football viaggia andata e ritorno in classe business a spese dell’emirato. Costo dei biglietti: 8.986 euro. 

Dunque nell’estate 2021 i rapporti France Football e il PSG sono molto buoni. Ma a settembre rischiano di andare in frantumi a causa dell’articolo pubblicato dall’Équipe sul tema del contratto di Messi. Lì scatta la minaccia di ritorsioni. Ribes fa sapere a Ferré che da Al-Kehlaïfi è giunto un diktat: niente più rapporti con le testate del gruppo Amaury. Salterebbe così l’intervista con Messi programmata da France Football. Ferré si mobilita per rimediare. Dice a Ribes di avere passato il messaggio a Jérôme Cazedieu, che in quel momento sovrintende alle due testate del gruppo Amaury. Soprattutto, il redattore capo di France Football cerca di smarcarsi dall’altra testata del gruppo, e per far recedere il Psg dall’intenzione di negare l’intervista con Messi afferma che per tradizione tutti i candidati al Pallone d’Oro devono sottoporsi al rito.

Proprio a quel punto emerge la vicenda delle presunte pressioni da parte del club parigino per far assegnare il Pallone d’Oro a Lionel Messi. L’argentino ha appena vinto con la nazionale al Coppa America, dunque ha colmato una lacuna nella bacheca personale fin lì deserta di successi. E il Psg tiene ad avere un suo calciatore nell’albo d’oro del massimo premio calcistico individuale. Quanto seguito possa avere avuto questa richiesta, non è possibile sapere. Interpellato da Mediapart, Pascal Ferré ha risposto tramite l’avvocato per dire che si rifiuta di dare spiegazioni. Si limita a specificare che il sistema di voto per l’assegnazione del Pallone d’Oro è talmente complessa (180 giornalisti di ogni parte del mondo) da rendere impossibile un esito pilotato della votazione. Spiegazione tutto sommato credibile, che però non dissolve le ombre intorno alla vicenda. E queste ombre continuano a insistere sul rapporto fra il Psg e il mondo dell’informazione sportiva francese.

Per capire bisogna ripartire dal momento in cui si è sfiorata la rottura. Dopo l’intervento di Ferré, viene deciso che Messi potrà concedere l’intervista a France Football ma non intratterrà più rapporti con L’Équipe. Da lì in poi si scatena un meccanismo di porte girevoli per i giornalisti e gli addetti alla comunicazione coinvolti in questa vicenda. Jean-Martial Ribes non fa più parte del Psg, travolto anche dai sospetti di avere armato un “esercito digitale” per difendere il club sul web. Il suo posto è stato preso a gennaio 2023 proprio da Pascal Ferré. Quanto a Jérôme Cazedieu, che mentre infuriava la vicenda era coordinatore delle testate del gruppo Amaury, adesso lavora in Ligue de Football Professionnel. E il Psg continua a essere intoccabile al pari del suo presidente.

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