Le armi tattiche nucleari che il leader ceceno Ramzan  Kadyrov ha invitato ha suggerito a Vladimir Putin di utilizzare contro gli ucraini – «A mio parere sono necessarie misure più drastiche», ha detto Kadyrov- non sono mai state usate su un campo di battaglia. 

L’ambasciatore Razov convocato alla Farnesina

Il primo prototipo risale agli anni Cinquanta. E l’idea alla base è quella di un’arma nucleare che possa colpire un obiettivo specifico senza causare distruzione e radiazioni diffuse.

Uno dei modelli più famosi è quello della testata americana W-54, che ha una potenza tra gli 0,1 e 1 kiloton, cioè una potenza tra le cento e le mille tonnellate di esplosivo Tnt, quando le bombe nucleari sganciate sul Giappone ne avevano una pari a 15mila e 21 mila tonnellate. Ma oltre alle testate vere e proprie sono stati sviluppati anche proiettili e altri dispositivi più leggeri con la tecnologia nucleare

Durante la guerra fredda, sia Russia che Stati Uniti, hanno accumulato decine e decine di migliaia di queste armi, ma non le hanno mai utilizzate. Uno dei motivi è che il loro utilizzo implica il raggiungimento di un obiettivo dove le proprie truppe non sono presenti, l’altro ovviamente è quello di scatenare un conflitto nucleare su vasta scala. 

Gli esperimenti della marina americana degli anni Sessanta per esempio prevedevano la calata di paracadutisti capaci di trasportare testate tattiche nucleari e poi l’impiego della marina per raggiungere porti o altri luoghi sulla costa, in modo da potersi ritirare prima dello scoppio dell’ordigno. Non a caso tra le folle ipotesi che circolano sull’impiego eventuale che la Russia potrebbe fare di queste testate c’è quello di colpire luoghi simbolici del conflitto russo – ucraino come l’isola dei serpenti. 

Oggi il segretario generale della Nato Jens Stoltenber ha detto che«qualsiasi uso di armi nucleari avrà conseguenze serie per la Russia». Parlando alla televisione americana Nbc Stoltenberg ha definito la retorica del Cremlino sul nucleare «pericolosa» e «sconsiderata».

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