L’inchiesta sulle stragi di mafia

La procura continua a indagare, Berlusconi e Dell’Utri tremano

I magistrati di Firenze indagano per concorso in strage il fondatore di Forza Italia e il suo braccio destro, l’inchiesta avviata nel 2017, a differenza del passato, potrebbe non chiudersi con l’archiviazione

  • Sappiamo che quest'ultima inchiesta non è come le altre. Non sappiamo se finirà con una richiesta di rinvio a giudizio come qualcuno sussurra, sappiamo però che - mai come ora - le indagini sono a un punto dove non erano mai arrivate. Cose da far venire i brividi. E, infatti, c'è chi sta tremando.
  • Dopo quattro archiviazioni nelle carte c'è qualcosa di più, ci sono nuovi elementi a carico di coloro i quali con tanti distinguo vengono definiti «mandanti altri» o «concorrenti esterni». 
  • Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi, fondatore di Forza Italia e padrone del partito, sono indagati per concorso in strage. Comprensibilmente si dicono «inorriditi» per tale sospetto avanzato nei loro confronti, per gli avvocati che li assistono «è un'infamante ricostruzione».

È passato più di un quarto di secolo da quando sono diventati “Alfa” e “Beta” a Caltanissetta e “Autore 1” e “Autore 2” a Firenze, sigle per coprire l'identità di uomini molto importanti, uno nientemeno che a capo del governo italiano. Ancora prima, a Palermo, erano stati anche “M” e “MM” in compagnia di un certo "MMM“ che come occupazione temporanea aveva quella di stalliere, a tempo pieno invece faceva il mafioso della famiglia di Porta Nuova e ad Arcore badava ai “cavalli”. Scritto proprio c

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