Chi è sano ma deve restare a casa perché è entrato in contatto con soggetti positivi non è equiparato al lavoratore malato e dunque può (e deve) continuare a svolgere le sue mansioni, quando possibile
- La quarantena dei “contatti stretti” con casi accertati di COVID-19 non è automaticamente malattia, lo ha stabilito l’Inps, con messaggio n. 3653, ha confermato l’interpretazione che avevamo dato.
- La quarantena non determina un’incapacità tale da impedire in assoluto lo svolgimento dell’attività lavorativa, ma è finalizzata a evitare rischi di contagio. Perciò, il legislatore tutela solo chi non può “andare a lavorare”, con una equiparazione di tale stato alla malattia.
- L’assimilazione alla malattia non vale, invece, per chi non possa andare a lavorare poiché si trova in aree ove un’autorità amministrativa abbia limitato la circolazione: manca un atto dell’autorità sanitaria.