La tendopoli di San Ferdinando è zona rossa dopo che 14 migranti sono risultati positivi al tampone. I non contagiati, però, vogliono andare a lavorare nei campi, unico mezzo di sostentamento, ma sono bloccati. Così monta la protesta, nella terra dove nel 2010 c’è stata la rivolta dei braccianti africani, vittime dello sfruttamento nelle campagne e di soprusi
- Nella tendopoli di San Ferdinando in Calabria, 14 migranti sono risultati positivi al Covid-19 dopo l'effettuazione di 30 tamponi. Altri tre positivi, tra gli operatori dell'Associazione Guardie Ambientali che gestiscono la struttura.
- Decretata la zona rossa sia nella tendopoli che nel campo container di Rosarno, dove ci sono altri casi. Tutta l'area è blindata in entrata e in uscita da un cordone delle forze dell'ordine.
- I migranti sono attualmente in quarantena, ma sempre all'interno della tendopoli. Nelle ultime ore per questo è cresciuta la tensione. Un gruppo di braccianti ha risposto con una sassaiola contro la polizia, all'ordine di non entrare e non uscire senza permessi dal campo. Due gli agenti feriti.
I migranti chiedono di potersi spostare dalla tendopoli per andare a lavorare nei campi. «Se non raccolgo la frutta, non ho soldi neanche per mangiare o per mandare qualcosa alla mia famiglia», racconta Alì (nome di fantasia), senegalese ma da anni, trapiantato nella Piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, a pochi chilometri da Rosarno, il paese dove nel 2010 c’è stata la rivolta dei braccianti, dopo che alcuni ragazzini, tra questi rampolli dei clan, avevano usato alcuni lavorat
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L'incendio alla tendopoli di marzo 2019. Il campo di San Ferdinando è stato realizzato dalle istituzioni con le tende fornite dal ministero dell'Interno dopo la chiusura di quella precedente (foto D.Trunfio)



