La circolazione della variante delta è in aumento in Italia e sale leggermente il valore dell’indice Rt nazionale, da 0,63 della settimana scorsa a 0,66. Si legge nella bozza del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute sull’andamento dei contagi da coronavirus. Dalla bozza risulta poi che sei regioni sono a rischio moderato (Abruzzo, Campania, Marche, Veneto, Sardegna e Sicilia con le due province di Trento e Bolzano), tredici a rischio basso.

Pfizer e Biontech

La bozza del monitoraggio settimanale sarà presentata oggi, dopo l’esame da parte della cabina di regia. Intanto Pfizer e Biontech hanno annunciato che chiederanno alle autorità statunitensi ed europee l’autorizzazione per la somministrazione della terza dose, dopo i risultati di una sperimentazione clinica che mostra un significativo aumento degli anticorpi. Ma le autorità degli Usa Centers for disease control and prevention e Food and drug administration scrivono, in un comunicato congiunto, che «gli statunitensi che sono stati completamente vaccinati non hanno bisogno di una dose di richiamo in questo momento».

Il virologo Anthony Fauci, consigliere del presidente Joe Biden, qualche giorno fa ha fornito alla Nbc alcuni dati. Secondo Fauci, il 99,2 per cento dei morti per Covid negli Stati Uniti non era vaccinato. «È davvero triste e tragico che la maggior parte di queste morti fossero evitabili. È ancor più triste e tragico che, pur avendo un rimedio molto efficace, il vaccino non venga usato totalmente», ha affermato il virologo, specificando che solo lo 0,8 per cento delle vittime era vaccinato.

La commissione

Un portavoce della Commissione europea ha precisato che, con la firma dei contratti per le forniture supplementari dei vaccini Pfizer-Biontech e Moderna, l’Unione «è pronta ad affrontare le sfide delle varianti, così come la eventuale necessità di un terzo richiamo», specificando però che la Commissione «seguirà il parere della scienza e dell'Agenzia europea dei medicinali, anche sul possibile bisogno di dosi supplementari di richiamo».

Sul tema si è espressa anche l’Organizzazione mondiale della sanità: «non sappiamo se i vaccini di richiamo saranno necessari per mantenere la protezione contro il Covid-19 fino a quando non saranno raccolti ulteriori dati, ma la questione è al vaglio dei ricercatori». L’Oms ieri nel suo rapporto settimanale Weekly epidemiological update ha allertato i paesi sulla rapida diffusione della variante Delta, che ha già raggiunto 104 paesi. Il primo giugno era presente in 62 paesi.

Andrea Crisanti

Il direttore del dipartimento di microbiologia dell’università di Padova, Andrea Crisanti, avverte che le misure adottate non portano sulla buona strada per l’uscita dalla pandemia, ma creano terreno per la diffusione delle varianti.

«Noi pensiamo che coi vaccini si risolva tutto, ma non è così. Considerando un virus che cambia come questo, basare tutto sui vaccini a mio avviso non avrà l’effetto sperato, perché non abbiamo la capacità di aggiornare i vaccini alle varianti alla velocità con cui cambia il virus. Per riformulare il vaccino ci vogliono un paio di mesi e mezzo anno per distribuirlo, nel frattempo il virus ha galoppato. Una cosa è vaccinare centinaia di migliaia di persone all’anno per l’influenza, altra cosa è vaccinare ogni anno decine di milioni di persone», ha affermato durante la trasmissione “Italia s’è desta”.

Ha poi specificato che «guardare solo i dati dei ricoveri e dei decessi è come guardare solo i fotogrammi di inizio e fine di un film anziché guardarlo tutto, significa non avere cognizione di ciò che avviene sui territori e andare alla cieca». E ha fatto riferimento agli europei: «Vedere 60mila spettatori a Wembley dà un’idea rassicurante di normalità, ma si è data un’ulteriore opportunità al virus di diffondersi. Johnson si è assunto un rischio ma il rischio ci riguarda tutti, siamo ad un passo da una nuova variante resistente al vaccino. Già la variante Delta fa diminuire del 30 per cento l’effetto del vaccino». Secondo Crisanti quindi i vaccini non sono l’unica soluzione per l’uscita dall’epidemia, ma la campagna vaccinale deve essere accompagnata da misure più stringenti.

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