L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato il vaccino anti Covid-19 prodotto dall’Università di Oxford e AstraZeneca. Il 29 gennaio il vaccino aveva ricevuto il parere positivo da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema). Si tratta del terzo vaccino approvato dopo quelli di Pfizer e Moderna. L’Aifa ne ha raccomando «l’utilizzo preferenziale dai 18 ai 55 anni».

La decisione è arrivata mentre è in corso uno scontro tra l’azienda farmaceutica e l’Unione europea dopo che AstraZeneca ha annunciato la riduzione del 60 per cento delle dosi inizialmente promesse agli stati comunitari. Per fare chiarezza su quanto avvenuto, la Commissione europea ha deciso di rendere pubblico il contratto stipulato con la società britannica. 

I limiti d’età

Silvio Garattini, presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, intervistato dall’AdnKronos ha detto che quella dell’Aifa è stata «una scelta giusta, perché i dati disponibili riguardano l'efficacia in questa fascia d'età. Non ci sono dati che permettono di stabilire che gli anziani, che magari hanno importanti fattori di rischio, abbiano beneficio da questo vaccino».

«Non ci sono studi sugli anziani al momento – ha aggiunto – ma è una situazione dinamica, speriamo che ci siano nuove ricerche che permettano di utilizzare questo vaccino anche per le fasce d’età ora escluse».

«La vaccinazione riprende»

Nel frattempo si è svolto il vertice stato regioni proprio sul tema dei vaccini. Il commissario straordinario Domenico Arcuri ha assicurato che il programma di vaccinazione è ripreso: «Ad oggi abbiamo somministrato un milione e 800 mila vaccini, oltre 462 mila seconde dosi. La vaccinazione è ripresa, stiamo usando le dosi conservate e quelle che stanno arrivando per somministrare le seconde dosi».

Arcuri ha poi informato che «Pfizer ha ridotto le fiale del 29 per cento nella settimana precedente a questa e ridotto di circa il 20 cento le fiale consegnate questa settimana» aggiungendo che «l'avvocatura ha inviato la diffida e la richiesta all’Unione europea di iniziare un contenzioso per conto del governo italiano». Una lettera a cui Pfizer ha risposto «dicendo di essere inadempiente e che avrebbe recuperato nelle settimane successive, comunque entro la fine di marzo».

«Fare presto»

Nel corso del vertice è intervenuto anche il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, dicendo che «a febbraio gli ulteriori 4 milioni di vaccini in arrivo che si sommano ai due già arrivati, devono essere garantiti e soprattutto devono essere somministrati in tempi rapidissimi». Nel frattempo anche Moderna ha annunciato la riduzione del venti per cento delle dosi promesse a partire dalla prossima settimana.

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