Il deputato è impegnato da mesi in una battaglia contro gli attivisti Lgbtq e contro le scuole che educano alle differenze ma che per lui invitano «i bambini di 6 anni a masturbarsi». Da sottosegretario all’istruzione ha strizzato più volte l’occhio ai no-vax definendo la vaccinazione per gli insegnanti: «Illiberale, un tso per lo più sperimentale». È stato il primo parlamentare italiano a parlare di remigrazione
In piena contraddizione con le sue origini (pugliese ma leghista) eppure in sintonia con il salvinismo costellato di complotti e invasioni, Rossano Sasso, deputato del Carroccio, ex Ugl, già sottosegretario all’istruzione, è impegnato da mesi in una clamorosa lotta contro il gender. Fa approvare risoluzioni in Parlamento, denuncia le scuole che educano alle differenze ma che per il deputato invitano «i bambini di 6 anni a masturbarsi, come vorrebbe l'Oms».
Battaglia che si unisce a guerre già dichiarate in Aula contro: la sostituzione etnica, la larve nei piatti degli italiani, i vaccini, la remigrazione. Un talento nell’uscire dalla trama virtuale dei complotti e cercare con ogni mezzo di dar loro una forma reale. A suo agio sui social nonostante le ripetute gaffe: come quando nel 2021 postò un selfie accompagnato da una citazione di Dante Alighieri: «Chi si ferma è perduto, mille anni ogni minuto». Erano i 700 anni del Sommo Poeta ma l’autore di quella citazione era Topolino nel fumetto L'Inferno di Topolino.
Pochi giorni fa per annunciare l’uscita del suo libro sulla “teoria gender” e per «denunciare politicamente gli agenti arcobaleno e l’ideologia gender» ha postato una foto di Christian Leonardo Cristalli, membro segreteria nazionale Arcigay e responsabile diritti delle persone trans: «Mi sono sentito a disagio additato come estremista o agente arcobaleno, presentato come un cospiratore, quasi una minaccia per la società», spiega a Domani Cristalli: « In quanto ragazzo transgender ho già ricevuto aggressioni, anche fisiche. Mi stupisco però di come in un momento così delicato, in cui riscontriamo una vera e propria escalation di violenze e aggressioni verso persone Lgbtqia, un deputato non si faccia problemi a prendere la faccia di chi manifesta democraticamente dissenso e a darla in pasto alla propria bolla social».
Ma non solo social, la carriera di Sasso parte dalle spiagge tarantine. Nel 2018 un trentunenne di origine marocchina viene fermato con l’accusa di aver violentato una minorenne su una spiaggia di Castellaneta Marina. Sasso organizza dei flash mob in spiaggia al grido di «bastardo irregolare». Il trentunenne viene assolto con formula piena, l’uomo aveva aiutato la ragazza. Da Sasso nessuna scusa.
L’ascesa è rapida nonostante qualche inciampo. Nello stesso anno viene strattonato da Roberto Maroni, all'epoca presidente della Regione Lombardia e storico esponente del Carroccio, per aver photoshoppato una bandiera che sventolava in piazza Duomo a Milano durante comizio di Matteo Salvini. Sasso si era fatto fotografare vicino alla tradizionale bandiera del Carroccio: “Prima il Nord” che lui rimosse con passata di photoshop. «La gloriosa storia della Lega Nord non può finire così» commentò Maroni.
Da sottosegretario ha strizzato più volte l’occhio alle falange no-vax. Definendo la vaccinazione (obbligatoria) per gli insegnanti: «Illiberale, un tso per lo più sperimentale». E la proposta di renderlo necessario: «apartheid».
Il 5 marzo ha fatto approvare in Commissione Cultura della Camera una risoluzione per bandire «l’uso dei novel food nelle mense scolastiche». «Non vogliamo per i nostri bambini larve, grilli e insetti: se le mangino a Bruxelles». Un altro complotto, un’altra fake news: questi nuovi prodotti si aggiungeranno a quelli tradizionali, senza mai mischiarsi, e richiederanno regole molto severe di etichettatura. E infatti la risoluzione passa ma con una modifica che fa sparire il divieto di usare novel food. Dettaglio rimosso dal leghista in questo nodo stretto tra propaganda populista e social network.
L'apoteosi delle teorie dei complotti raggiunge il suo apice il 9 gennaio. L’uomo che nel 2016 parlava di sostituzione etnica in corso seguendo le parole di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, può vantare di essere stato infatti il primo parlamentare italiano a parlare di remigrazione, termine popolarizzato dal neofascista austriaco Martin Sellner che consiste in un piano per deportare chi non si è integrato, compresi cittadini di seconda o terza generazione. Un'altra figurina aggiunta dentro il folle carillon del complottismo made in Lega, in attesa della prossima.
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