L’Inps vuole chiedere indietro oltre 130 mila euro di pensione a quattro operai esposti per anni all’amianto, ma il ministero del Lavoro ha detto a Domani che cercherà di intervenire in Legge di bilancio per fermare la procedura. La corte di Appello di Catania ha stabilito a luglio che l’Inps non dovesse più corrispondere la pensione anticipata a dieci ex saldatori di Priolo Gargallo, nonostante avessero lavorato per oltre dieci anni nello stabilimento delle ex industria meccaniche Siciliane a contatto con le polveri cancerogene dell’amianto.

Questo per colpa di un cavillo burocratico. A seguito della sentenza, l’Inps ha sospeso il beneficio ai quattro operai già in pensione, di cui uno invalido. Adesso ha annunciato che procederà anche al recupero delle somme già erogate. Il ministero del Lavoro ha già tentato di bloccare la procedura attraverso un emendamento al decreto Agosto presentato dal Movimento 5 Stelle. 

«Nel Decreto Agosto, con quella che tecnicamente si chiama “norma sanatoria dell’indebito”, – riferisce – abbiamo provato a intervenire per evitare che questi lavoratori dovessero restituire le somme percepite fra il pronunciamento di primo grado e l’appello. L’emendamento è stato però dichiarato inammissibile dalla presidenza del Senato».

Adesso, conclude, «ripresenteremo la norma in legge di Bilancio» L'emendamento avrebbe bloccato solo i recuperi non avviati. A seguito dell’azione dell’Inps, il ministero dovrà però elaborare un'altra norma. Sarebbe già in fase di scrittura. Attualmente ai lavoratori non è arrivata alcuna richiesta ufficiale di restituzione. Anche se il ministero riuscisse a intervenire, il problema verrebbe comunque risolto solo in parte. Per come era stato formulato l’emendamento infatti bloccava la restituzione delle pensioni già erogate, ma non interveniva sul diritto di prepensionamento, che secondo la corte di Appello non spetta più agli operai.

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