Il caso Umbria sollevato da Domani scuote il centrodestra in vista delle prossime elezioni regionali. Dopo le rivelazioni del nostro giornale, infatti, sulle “scampagnate” della presidente della regione Donatella Tesei nella tavernetta di Arrone, dove tra vini, oli e tartufi pregiati ha incontrato imprenditori e lobbisti, mettono in agitazione la coalizione, con la Lega che sospetta complotti orditi da Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Che gli incontri conviviali ci siano stati non c’è alcun dubbio. Come ha confermato anche il presidente della Fondazione Carit, Luigi Carlini, pure lui ospite ad alcuni di questi ritrovi informali. Carlini li ha definiti «scampagnate», occasioni goliardiche. E ha confermato di aver visto Tommaso Verdini e Fabio Pileri, i due indagati della procura di Roma nell’inchiesta sul sistema consulenze e nomine attorno agli appalti delle Infrastrutture gestite dalla società di Stato Anas. Pileri è «persona che conosco da anni», ha aggiunto Carlini.

Seppure goliardiche, come sostiene il presidente di Carit, la questione pesa a nove mesi dalle elezioni. Perciò il riverbero è giunto fino a Roma, nelle direzioni nazionali dei partiti di maggioranza, alle prese con le candidature. Proprio perché, come emerge dalle carte giudiziarie, l’Umbria e alcuni appalti in regione interessavano moltissimo il gruppo di riferimento di Verdini e Pileri con la loro società di consulenza Inver.

La presidente Tesei, contattata direttamente e tramite il suo portavoce più volte, anche con domande scritte, la scorsa settimana, non aveva risposto sugli incontri ad Arrone. Solo dopo l’uscita del nostro articolo, la presidente ha rilasciato una nota all’Ansa: «Nel mio ruolo incontro tutti...» Non chiarisce di cosa si sia parlato. Definisce inventate le cene con Verdini, salvo poi aggiungere: «Partecipo a cene e pranzi in cui sono presenti numerosi invitati alcuni dei quali nemmeno di mia conoscenza».

Opposizione e faide interne

In silenzio non sono rimaste invece le opposizioni. «Cosa ci faceva Tesei alle cene della cricca Verdini?», ha chiesto la deputata di Sinistra italiana Elisabetta Piccolotti. Mentre più pesante è stato il commento del sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, segretario di Alternativa popolare pronto a lanciare un’opa sulla regione. «Destra e Sinistra sempre unite in Umbria. Persone che guardano i propri interessi e stop. Qualcuno li chiama Massoni io li chiamo C... Perché i massoni sono veri non pidocchietti», ha scritto sul suo profilo Instagram. Il sindaco ternano, tra l’altro, lo scorso 26 ottobre aveva nominato due persone di fiducia all’interno del consiglio di amministrazione di Fondazione Cassa di risparmio di Terni, che nell’autunno 2021 aveva dato un appalto – come raccontato da Domani – da 85.400 euro a La Casa Rossa, società di produzione di Francesca Verdini, per la realizzazione di un video promozionale.

In regione e anche a Roma, «le scampagnate» della presidente Tesei hanno fatto alzare più di un ciglio e nelle chat si rincorre il dubbio sull’opportunità di un’eventuale ricandidatura alla guida della regione quando scadrà il suo mandato in autunno.

Meloni vuole far pesare il suo 30 per cento nei sondaggi. La premier è uscita vincitrice dalla battaglia sulla corsa in Sardegna, dove è riuscita a imporre il “suo” candidato dopo la notizia dell’indagine sull’attuale governatore – vicino a Salvini – Christian Solinas.

Un accordo è stato trovato anche in Basilicata sul nome del presidente uscente Vito Bardi, di Forza Italia.

E mentre continua forte il pressing della Lega sulla possibilità di un terzo mandato per i presidenti di regione – senza il quale resterebbero fuori dalla corsa Luca Zaia in Veneto e Attilio Fontana in Lombardia il prossimo anno – ora c’è la grana umbra, che dalla tensione percepita non ha l’aria di una «scampagnata goliardica».

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