Nell’immaginario collettivo, il ferroviere è uomo. Eppure, la storia ci dice altro. Già durante le due guerre mondiali, quando molti uomini partirono per il fronte, furono le donne a garantire la continuità del servizio ferroviario: addette ai biglietti, telegrafiste, custodi di stazioni. In condizioni difficili, resero possibile ciò che sembrava impossibile. Da allora, molto è cambiato
Ci sono parole che, più di altre, segnano un percorso. Nella mia vita professionale, quattro in particolare hanno tracciato la direzione: ferrovia, guida, mobilità e logistica. Tutte parole che raccontano, in modi diversi, la sfida e la forza delle donne nel costruire il futuro del trasporto e della mobilità sostenibile in Italia.
Ferrovia. Un mondo maschile in cui le donne hanno fatto la differenza
Nell’immaginario collettivo, il ferroviere è uomo. Eppure, la storia ci dice altro. Già durante le due guerre mondiali, quando molti uomini partirono per il fronte, furono le donne a garantire la continuità del servizio ferroviario: addette ai biglietti, telegrafiste, custodi di stazioni. In condizioni difficili, resero possibile ciò che sembrava impossibile. Da allora, molto è cambiato.
Dagli anni Settanta in poi, la presenza femminile nel settore ferroviario è cresciuta, accompagnata da una trasformazione culturale e normativa. Ma la strada verso la piena parità non è ancora conclusa. Io stessa appartengo a quella minoranza di donne che, ancora oggi, lavorano in un mondo a prevalenza maschile.
Nel mio ruolo di AD di FS Logistix sento la responsabilità di promuovere un cambiamento autentico, duraturo, un cambiamento che nasca non dall’obbligo normativo, ma dalla scelta consapevole di investire nella parità di genere.
Guida. La leadership come responsabilità
La parola “guida” racchiude molto più del concetto di direzione: significa anche presenza, ascolto, responsabilità. Quando ero una giovane laureanda, ebbi la fortuna di incontrare una dirigente del Gruppo FS che fu per me una vera guida. La sua professionalità e umanità mi hanno insegnato quanto conti l’esempio. Da allora, la mia carriera si è intrecciata ai binari reali, quelli di Trenitalia, dove nel 1998 ho iniziato come Responsabile Staff Commerciale della Direzione Regionale Lazio.
Lì ho imparato che la leadership non è mai un titolo, ma un percorso. Diventare a mia volta guida – oggi lavoro con una squadra di oltre 7.000 persone - mi ha insegnato che non esistono manuali di istruzioni per condurre un’organizzazione, ma solo la volontà di costruire, insieme, una direzione comune.
Negli anni passati ho promosso momenti di riflessione sugli stereotipi nell’ambito del progetto WIM (Women In Motion) del Gruppo FS. Oggi, porto le mie esperienze concrete nelle aule universitarie, anche per essere da stimolo a tutte quelle ragazze che si stanno specializzando in aree tecniche e ambiti lavorativi tipicamente maschili. Perché ogni nuova guida nasce dall’ispirazione di chi l’ha preceduta.
Mobilità. Non solo come spostamento, ma anche cambiamento
La mobilità è il filo conduttore della mia vita, personale e professionale. Ho vissuto e vivo ancora oggi da pendolare, ho lavorato per anni nel trasporto ferroviario, e oggi continuo a credere che la mobilità non sia solo spostamento, ma cambiamento. Mobilità significa evoluzione, crescita, apertura di possibilità. E nel mondo del lavoro, significa creare condizioni eque che permettano a tutti di crescere.
I numeri, però, ci ricordano che siamo ancora lontani dalla parità: nel 2024, i contratti a tempo indeterminato riguardavano il 18,3 per cento degli uomini contro il 13,5 per cento delle donne. Senza stabilità non c’è prospettiva, e senza prospettiva non esiste vera mobilità. Per questo serve mobilitazione: un impegno condiviso tra aziende, istituzioni e società civile per superare i divari.
Non bastano le leggi; serve un cambiamento culturale, quotidiano. Durante il mio percorso personale e professionale ho appreso che la diversità di genere non solo arricchisce le organizzazioni ma è anche cruciale per il successo a lungo termine. Donne e uomini, che collaborano in modo paritario, rappresentano un vantaggio strategico per le aziende ed è dalla loro collaborazione che si creano team più creativi, innovativi e capaci di affrontare le sfide complesse del mondo moderno.
Logistica. Il presente che dà vita a un futuro migliore
Dal 2023, il mio lavoro si muove nel mondo della logistica e del trasporto merci, un settore tanto cruciale quanto ancora dominato dagli uomini. Secondo l'Istat, in Italia, le donne oggi rappresentano circa il 21,8% della forza lavoro nel settore del trasporto merci e logistica, ma la loro presenza in ruoli di responsabilità cresce rapidamente – di oltre il 30 per cento negli ultimi cinque anni - segno di un’evoluzione in atto. La logistica richiede competenze solide, visione e integrità, qualità che non hanno genere.
Nel mio ruolo come AD, considero la gender equality non solo un imperativo etico e valoriale ma anche una value proposition che migliora la performance aziendale. Il nostro board è costantemente impegnato nella promozione della parità di opportunità, garantendo trasparenza nelle pratiche di reclutamento e promozione, implementando politiche di sostegno alla maternità, politiche di inclusione e di sostegno alla leadership al femminile, azioni concrete per garantire a tutti, donne comprese, benessere lavorativo.
Siamo determinati a creare un ambiente dove il talento e la competenza prevalgano sul genere. Credo che curiosità, determinazione e tenacia siano le leve del cambiamento per le donne e per gli uomini che desiderano lasciare un segno positivo nella società e nel mondo del lavoro.
Ferrovia, guida, mobilità, logistica: quattro parole che non descrivono solo un settore, ma un modo di intendere il futuro. Un futuro dove la parità di genere non sia un obiettivo da raggiungere, ma una condizione naturale su cui costruire innovazione, crescita e progresso.
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