Espad (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs) ha pubblicato la sua ricerca annuale sui comportamenti d’uso di alcol, tabacco e sostanze illegali tra gli studenti dai 15 ai 16 anni in 35 paesi europei.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Addiction, mostra come ci sia una tendenza in calo nell’uso della sigaretta tradizionale tra gli adolescenti, presumibile esito delle politiche di prevenzione e contrasto attuate nella maggioranza dei paesi. A destare preoccupazione sono però i dati relativi all’utilizzo della sigaretta elettronica.

Sigaretta tradizionale vs sigaretta elettronica

«Nel 2019 il 40,6 per cento dei circa 100mila studenti Espad ha dichiarato di aver provato almeno una volta la sigaretta tradizionale e il 19,3 per cento di essere fumatore corrente, con percentuali tra il 5,1 per cento in Islanda e il 32,4 per cento in Italia. Di contro, il 37,8 per cento riferisce di aver provato la sigaretta elettronica e gli svapatori correnti sono il 12,4 per cento (13,4 per cento in Italia)», dice Sonia Cerrai, autrice dello studio.

Nonostante le politiche di controllo dell’uso di tabacco abbiano effetto sulle abitudini di consumo, «è lecito presumere che l’avvicinamento dei giovani alle nuove abitudini di fumo continuerà a crescere, sia per la facilità di reperibilità, sia per la convinzione che queste modalità siano scevre da rischi».

L’uso delle sigarette elettroniche ha superato il fumo tradizionale in dieci dei 35 paesi analizzati. Cerrai aggiunge che «se da un lato non è detto che le sigarette elettroniche contengano nicotina, è vero che questi device tecnologici di grande appeal tra giovani sono spesso utilizzati in maniera concomitante con le sigarette tradizionali».

Come disincentivare il fumo

Delle politiche governative restrittive potrebbero aiutare nel limitare il fenomeno. Infatti, come spiega la ricercatrice facendo riferimento all’indice Tobacco control scale, «l’aumento del prezzo mostra associazioni significative con la diminuzione di entrambe le forme di fumo, mentre una maggiore spesa in campagne informative e programmi di disincentivazione è associata con il solo fumo tradizionale e misure più stringenti di divieto alla promozione e pubblicizzazione con l’uso dei device elettronici».

Come evidenzia Sonia Cerrai con il fumo elettronico c’è il rischio, anche grazie alle strategie di marketing, che passi l’idea che è più sicuro e ciò potrebbe «indurre una dispercezione da parte dei giovani, che pure avevano ben recepito i programmi e i progetti di prevenzione attuati negli ultimi vent’anni».

Che cos’è Espad

Espad è la più grande ricerca sui comportamenti d’uso di alcol, tabacco e sostanze illegali tra gli studenti dai 15 ai 16 anni in 35 paesi europei ed è coordinata dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc).

Queste ricerche che vengono condotte dal 1995, e si ripetono con cadenza annuale dal 1999, hanno una metodologia standardizzata che permette di mappare i comportamenti e le variazioni delle abitudini dei ragazzi.

Come si svolge l’indagine

L’indagine è condotta somministrando contemporaneamente il questionario a tutti gli studenti delle classi selezionate.

Il questionario Espad, si apre con una serie di quesiti volti a inquadrare la condizione socio-culturale degli intervistati e in seguito indaga sui consumi di sostanze legali quali tabacco, alcol, psicofarmaci, doping e altre sostanze psicotrope illecite. Nello specifico si distingue tra le esperienze d’uso delle sostanze nella vita, negli ultimi 12 mesi e negli ultimi 30 giorni.

Segue poi l’analisi sul quadro degli atteggiamenti di approvazione o disapprovazione rispetto all’uso delle varie sostanze e la percezione dei rischi a queste correlati. Espad Italia è inserito nell’omonimo progetto europeo e lo scopo è rispondere alle richieste dell’osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Emcdda).

Dati importanti per la prevenzione

Espad riveste un importante ruolo nell’individuazione di interventi adeguati alle problematiche giovanili: infatti, i dati che vengono raccolti sulle opinioni e gli atteggiamenti in rapporto alle varie sostanze e sull’esperienza del consumo delle stesse sono importanti nell’ottica della valutazione e programmazione di interventi di prevenzione.

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