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L’enigma irrisolto di Muccioli e della comunità di San Patrignano

Vincenzo Muccioli davanti a Montecitorio durante una manifestazione delle \\\"Madri Coraggio\\\" (LaPresse)
Vincenzo Muccioli davanti a Montecitorio durante una manifestazione delle "Madri Coraggio" (LaPresse)

La docuserie realizzata da Netflix racconta “le luci e le tenebre” dietro la comunità di San Patrignano e il suo fondatore. Un uomo che ha saputo supplire alle mancanze dello stato smarrito davanti all’incremento dell’uso di eroina e si è trasformato preso in un guru, con tutti i suoi clichè. La sua è la saga dell’uomo solo che si illude solo brevemente di poter sfuggire al Fato

  • Vincenzo Muccioli (1934 - 1995) è stato il fondatore della comunità di San Patrignano, vicino a Rimini, che negli anni Ottanta è diventato il più grande centro d’Europa per il “recupero dei tossicodipendenti”
  • I suoi metodi erano spicci, lui stesso non esita a farli sapere. Dice che i ragazzi che arrivano sono come piante morte e che spetta a lui farli risorgere. Devono obberdirgli, però, in tutto.
  • Nel 1985 Muccioli viene condannato (verrà assolto in appello l’anno dopo) per maltrattamenti ai danni dei ragazzi. Gran parte dell’opinione pubblica è con lui. Quella condanna era la sua vittoria. Passa il principio che se per far del bene si deve far del male, lo si può fare. Ma questo non lo ha salvato dal declino che arriverà agli inizi degli anni Novanta.

Non credo siano molti, in Italia, quelli che oggi si ricordano di Vincenzo Muccioli. No, non Mucciòli. Mùccioli, con l’accento sdrucciolo. I più sono in quella fascia d’età che oggi si definisce a rischio Covid; a tutti gli altri il nome evoca solo lontani ricordi, che si addensano un po’ se a quel cognome si aggiunge il nome di “San Patrignano”, che era il vescovo cattolico di Fano, perseguitato dall’imperatore Diocleziano. Così si chiamarono, fin dall’antichità, decine di piccole o piccolissim

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