Il fatto che il leader di Italia viva, Matteo Renzi, abbia speso 130mila euro per pagare un aereo che lo portasse a Washington «è un fatto politico e quindi saranno gli elettori a decidere liberamente se ha esagerato con quell'aereo o se esagera con le conferenze internazionali». La pensa così Davide Faraone, capogruppo al Senato del partito di Renzi, presente all'undicesima edizione della Leopolda a Firenze.

Eppure, proprio Renzi, nel 2018, diceva che la politica si fa in nome di un ideale e non per soldi. Ma anche in questo caso, per Faraone, a giudicare saranno i cittadini, «né tu, né io», puntualizza ripetutamente. 

Su quanto emerso dagli atti dell'inchiesta sulla fondazione Open e il progetto di struttura di propaganda antigrillina, invece, Faraone divaga, richiamando alla memoria quanto fatto dal Movimento 5 stelle di Casaleggio, senza mai rispondere

Marco Carrai, imprenditore toscano e socio di Renzi, infatti, all'epoca parlava, all'interno di un progetto più ampio, di creare dei siti civetta per sputtanare gli avversari. È indecente o no? «Io che Casaleggio ha realizzato una struttura per costruire fake news e profili falsi lo so, tu che il Pd di Renzi o Italia viva ha costruito un sistema di questo genere non lo puoi dire perché non è mai accaduto», conclude Faraone.

Davide Faraone ha partecipato ai lavori della Leopolda, insieme alla deputata Maria Elena Boschi, capogruppo alla Camera dei deputati, raccogliendo le proposte frutto dei tavoli tematici. A differenza di Faraone, Boschi, attualmente indagata per finanziamento illecito ai partiti, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. 

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